“No, non sono io”. “No, non lo sono”. “No”. Tre no
secchi secchi!
Ti saresti potuto mostrare un po’ più diplomatico con
quanti ti intervistavano. Un po’ di gentilezza non avrebbe guastato. E poi
perché non approfittare della popolarità?
Ma tu non sei l’uomo dei compromessi. Distogli l’attenzione
dalla tua persona per indirizzarla su Gesù: Tu devi diminuire, Lui crescere.
Sei mandato da Dio ma non sei tu la luce (1, 68), sei il testimone del Cristo ma non il Cristo (1, 20-23), sei l’amico dello sposo ma non lo sposo (3, 27-30), sei la voce ma non la Parola...
Non c’è rammarico in quello che dici, piuttosto la
gioia di additare finalmente, ultimo dei profeti, il Signore che viene.
“Così deve essere il vero seguace di Cristo – leggo nel
commento dell’amica Liliana Cosi che appare su Il Vangelo del giorno –: uno
che arde per il desiderio di annunciare Cristo, testimoniando con la vita che
lui c’è, e dove c’è lui ci sono salvezza, misericordia, speranza”.
Nella pagina accanto al breve commento di Liliana, l’esperienza di Beatrice, Loreta,
Norbertas e Vida della Lituania. “Siamo un piccolo gruppo di ragazzi amici. Quando
è cominciata la pandemia ci siamo impegnati a raccogliere i rifiuti che
purtroppo abbondano nei boschi attorno al nostro villaggio. La nostra giornata iniziava
molto presto, ma ci alzavamo con sprint, felici di poter contribuire anche noi
a rendere più bella la natura, questo dono di Dio. La fatica era ripagata dal
pensiero di far felici gli altri e anche dalla vista di creature come
cerbiatti, cicogne e conigli”.
Ma quest’esperienza c’entra qualcosa con il Vangelo? Proprio niente! Oppure sì. È questo il bello del Vangelo: ti pianta dentro un
seme che poi produce una cosa tutta diversa dal seme. Ti pianta dentro Gesù e
poi Gesù agisce, come meglio crede…
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