– È vero che siete
re?
– I re magi, vero?
No, non siamo re. Siamo astronomi. Scrutiamo i cieli. I cieli parlano e lui li
ascoltiamo. Tutti possono ascoltare la loro voce, ma nessuno si pone in
ascolto. Le stelle sono silenti, a chi sa ascoltarle raccontano storie
meravigliose.
– Come la stella che avete
visto e che avete seguito? Cosa vi ha detto?
– Il cielo è la mappa
della terra. Vi sono disegnate tutte le nazioni e le stirpi e i popoli della
terra. Puoi vedervi l’Egitto e la Persia, la Grecia e l’India lontana. Quello che
accade lassù annuncia quel che accade quaggiù. Vi sono tracciati i confini
anche della piccola nazione d’Israele, ed è proprio nella sua mappa celeste che
abbiamo visto accendersi una stella luminosa come mai se n’erano viste. Era il
segno che quaggiù, in quella piccola nazione, era nato un grande personaggio,
certamente un re, la cui luce sarebbe rifulsa nel mondo con la stessa brillantezza
che possedeva la sua stella nel cielo.
– Era proprio una stella?
Non si sarà trattato, come in questi giorni, della congiunzione di Giove e
Saturno?
– Quante ipotesi
hanno sostenuto i vostri astronomi! La nostra testimonianza è per loro un
autentico rompicapo e i loro calcoli non tornano mai. I nostri invece risultarono
infallibili. Sapevamo per certo che nel regno di Giuda stava per nascere o era
nato un grande re.
Come sono belli i
Magi del mio presepe. Sono stati scolpiti in Germania, dono di Thomas
Klosterkamp. Sono ancora estasiati, non si sa bene se a contemplar le stelle o
il bambino Figlio di Dio. La stella li aveva guidati nel senso che aveva
indicato loro la regione della Giudea, ma trovare il bambino sarebbe stato come
trovare un ago in un pagliaio. Una volta giunti nella terra designata, la
stella non aveva ulteriori indicazioni: era come fosse sparita.
ì Fu così che vi risvolgeste
al re d’Israele.
– Che altri meglio
del re avrebbe potuto dirci dov’era nato il nuovo re?
– Siete andate
proprio nella tana del lupo. Non sapevate che Erode era un re crudele, che
aveva ucciso una delle sue mogli, alcuni figli, un centinaio di persone che
sospettava complottassero contro di lui? Avete rischiato grosso anche voi.
– Non sapevamo. Siamo
studiosi, sempre con la testa tra le nuvole, ma nel senso vero della parola! Ci
siamo subito resi conto di quanto fossimo diversi. Noi ci eravamo incamminati
da lontano alla ricerca della luce, lui invece non si mosse: nessuna passione
per la verità. Poi sapemmo che anche i pastori, appena seppero del bambino, si dissero
subito: “Andiamo a vedere”, e si incamminarono in fretta. Erode no, non si
mosse, incollato sul suo trono, preoccupato della poltrona, incapace di
meraviglia e di novità. Disse a noi di cercare. Perché non si mise alla ricerca
con noi? Avrebbe trovato, come noi trovammo.
– Come faceste a
trovare, tra tanti villaggi, tra tanti nati?
– La stella! Tornammo
a rivedere la stella! Che gioia quando ci apparve di nuovo. Ci mettemmo
addirittura a correre. Ci precedeva veloce e ci condusse alla casa del re. Si
fermò proprio sulla sua casa.
– Una stella che
corre e che si ferma su una casa? Siete proprio sicuri? Comincio a dubitare
sulla vostra professionalità scientifica.
– Non era più la stella
che avevamo visto apparire nella mappa del cielo dove era disegnato il regno d’Israele.
Era la luce d’un angelo, era un angelo di luce, la stessa d’un angelo.
– E voi sareste degli
astronomi?
– Lo eravamo. Ora
siamo dei credenti.
– E cosa trovaste?
– Ci immaginavamo
chissà quale reggia, chissà quale corte e quale re. Invece una casa addossata a
una grotta e un bambino come tutti i bambini, con attorno soltanto il babbo e
la mamma. Ma era tutto più luminoso del cielo. Era il cielo caduto sulla terra.
Regale, celeste, divino. Cademmo prostrati e adorammo.