Accolse la Parola di Dio perché era già inabitata dalla
Parola di Dio.
L’arte, al momento dell’Annunciazione, l'ha ritratta mentre legge la Bibbia, di solito aperta alla profezia di Isaia 7,
14, in cui si preannunzia una vergine che dà alla luce un figlio. Ruperto di
Deutz, teologo medievale, diceva che «nel grembo di Maria Dio ha
convogliato tutto l’insieme delle Scritture, ogni sua parola».
Solo
una creatura interamente Parola, e quindi completamente in conformità con il
disegno originale di Dio sulla creazione, poteva accogliere la Parola. Dio vi riconosce il suo Verbo presente, lo splendore della sua gloria, è attratto dalla sua bellezza, vi genera il Figlio
Maria: icona
dell’ascolto della Parola. Paolo VI, nella celebre allocuzione lla chiusura
della III sessione del Concilio Vaticano II (21 novembre 1964), affermò che
Maria «nella sua vita terrena ha realizzato la perfetta figura del discepolo di
Cristo» e dieci anni dopo, nell’esortazione Marialis cultus, la propose quale «prima e più
perfetta discepola di Cristo», «Vergine in ascolto, che accoglie la parola di
Dio con fede».
Vergine,
innanzitutto. È
il terreno buono e fecondo, privo di sassi e di rovi, che può ricevere il seme
della Parola e farla fruttificare il cento per uno (cf. Mt 13, 39).
In
ascolto: ascolta
le parole dell’Angelo, il saluto di Elisabetta, il canto degli angeli a
Betlemme, la profezia di Simeone, il giubilo di Anna, le oscure parole di Gesù
adolescente, le parole di luce e insieme sempre piene di mistero del figlio
diventato rabbi, a partire dalla festa di nozze a Cana fino alla croce sul
Golgota.
Madre di Dio perché tutta parola di vita.
È il cammino della Chiesa, di ognuno di noi.
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