Dio
non ama le imponenti rivoluzioni dei potenti della storia, e non utilizza la
bacchetta magica per cambiare le situazioni. Si fa invece piccolo, si fa
bambino, per attirarci con amore, per toccare i nostri cuori con la sua bontà
umile; per scuotere, con la sua povertà, quanti si affannano ad accumulare i
falsi tesori di questo mondo. (…)
L’invito
allora a sostare davanti al presepe, perché lì la tenerezza di Dio ci parla. Lì
si contempla la misericordia divina, che si è fatta carne umana e può
intenerire i nostri sguardi, ma soprattutto desidera smuovere i nostri cuori.
Una contemplazione attiva quella
a cui il papa ci invita.
Un Natale dove si impara la misericordia:
ad accoglierla da Dio e a donarla a nostra volta.
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