Jan Tillemans, OMI Trois Rivières |
“E noi, che
cosa dobbiamo fare, per preparare le vie al Signore che viene?”, domandano le
folle a Giovanni il Battista. Lo stesso chiedono i pubblicani, i soldati… Per
ognuno Giovanni ha una risposta.
Possiamo
chiedercelo anche noi: “E noi, che cosa dobbiamo fare?”
La domanda
nasce spontanea ogni qualvolta sentiamo l’appello alla conversione, a una vita
nuova. Ci si pone davanti un ideale grande, che affascina, attira. Ma
come fare per
raggiungerlo?
Dobbiamo forse
lasciare la casa e le nostre consuete occupazioni e condividere col Battista la
vita dura del deserto, la penitenza? Oppure dedicarci a lunghe preghiere, estenuanti digiuni,
profondi silenzi... Non è questa la via abituale alla santità che spesso viene descritta, quella per pochi
eletti? Forse occorrerà andare altrove, lasciare la monotonia del luogo e degli impegni,
dedicarci a qualcosa di nuovo, di più creativo, nell'illusione che cambiando luogo, persone, mansioni possa cambiare anche la vita?
No. La risposta
di Giovanni il Battista è prettamente evangelica: che ognuno rimanga al suo
posto, nel suo ambiente. Il pubblicano che riscuote le tasse rimanga al suo tavolo, il
soldato in caserma, la mamma e l’operaio al loro lavoro, lo studente sui banchi di
scuola... Quello che invece deve cambiare è lo
sguardo, che fa vedere nuovi gli altri e in ognuno riscoprire la presenza di Dio. Il cambiamento di atteggiamenti e di azioni verrà di conseguenza.
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