Continuano
le perplessità sul mio commento alla parola di vita. Questa viene da Bolzano:
Mi rivolgo a lei nella speranza di
dipanare dei forti dubbi che ho da diversi giorni dopo aver letto il testo
della Parola di Vita di febbraio.
Premetto che sono una vegetariana quindi
sono andata a vedere sulla Bibbia il testo riguardante la lettera di Paolo ai
Romani (15,7) non trovando riferimenti ai vegetariani mi è venuto il forte
dubbio che, chi ha redatto il testo abbia arbitrariamente aggiunto questo
termine come se fosse stato Paolo ad averle spiegate, mi chiedo quindi dove –
nella Bibbia – posso trovare una chiara risposta a quanto affermato oppure si
tratta di una libera interpretazione di chi ha scritto la Parola di Vita?
Al punto 15,9 Paolo parla di pagani (cioè
infedeli) mi domando se davvero intendesse includere anche i vegetariani.
Spero tanto di ricevere una risposta
chiara a questo quesito e nell’attesa porgo cordiali saluti.
Rispondo
volentieri.
Non si può isolare un versetto della Scrittura dal suo
contesto. Nel caso della Parola di vita di febbraio occorre leggere tutta la
pericope che va dal capitolo 14,1 a 15,13, dove di parla del contrasto tra
quanti erano considerati "forti" e quanti erano considerati
"deboli", senza che questi due termini, usati per indicare due gruppi
di cristiani, siano indice di una valutazione positiva o negativa. I cosiddetti
"forti" sono quelli che pensavano di poter mangiare di tutto, mentre
i cosiddetti "deboli" sono quelli che mangiavano solo legumi: in
greco lachanon
=
verdura, ortaggi (Rm 14,2).
Non
si tratta quindi di una mia aggiunta o interpretazione arbitraria, ma del
riferimento esatto al testo. Di mio c'è che ho chiamato "vegetariani"
quelli che secondo il testo "mangiano solo legumi" (leggo sul
dizionario della lingua italiana Oli- Devoto: "Vegetariano, sostantivo
maschile. Che limita la propria alimentazione a cibi vegetali").
Mi
astengo assolutamente da ogni giudizio riguardante le scelte vegetariane, in
conformità a quanto chiedeva san Paolo ai Romani: "Chi mangia (di tutto)
non disprezzi colui che si astiene (mangiando soltanto legumi); e chi si
astiene non sottoponga a giudizio colui che mangia" (Rm 14,3).
Riguardo
a Rm 15,9 il testo non ha niente a
che fare con la distinzione tra "deboli" e "forti" (due
gruppi di cristiani distinti da usanze alimentari), ma tra
"circoncisi" e "incirconcisi" (due gruppi di cristiani
distinti per provenienza, i primi dal mondo ebraico i secondi da quello pagano,
divenuti entrambi cristiani). Io appartengo al gruppo degli incirconcisi, quindi
dei cristiani provenienti dal paganesimo; non so se anche lei, oppure se lei
proviene dal mondo ebraico.
Spero
di aver risposto alla sua domanda.
Allora,
da buoni cristiani, sia che proveniamo dal mondo ebraico o da quello pagano, io
che mangio carne (una, due volte la settimana) non giudicherò lei che non la
mangia e lei non giudicherà me, "senza voler entrare a discutere le
opinioni", come invita a fare Paolo (Rm
14,1). Infatti neppure Dio ci giudica. Dobbiamo piuttosto accoglierci l'un
l'altra.
Trovo positivo che sorgano domande come queste dalla lettura della Parola di Vita, sono fonti di cultura, certo per te ci sarà un po' più di lavoro ma continua a rispondere, grazie a te e a chi fa le domande.
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