Qui nella città di
Zamboanga viviamo momenti strazianti. La pace non è stabile attorno a
noi. Nel mese scorso, dopo la visita del Santo Padre, ci sono 44 soldati uccisi
brutalmente dai ribelli nel nord del Mindanao. Qui in Zamboanga stiamo
sperimentando l’allerta massima, per cui viviamo sotto la paura di essere attaccati
dai ribelli.
Per quanto riguarda i
miei bambini, ringrazio Dio perché stanno bene, stanno crescendo sotto la Sua
Divina provvidenza. Il mio lavoro terminerà a marzo, dopodiché perderò il mio
posto di lavoro, non avendo i soldi per terminare la mia preparazione.
Mi trovo in una
situazione troppo difficile. Ho tanto bisogno aiuto. Mio marito, che fa
servizio taxi con il triciclo, guadagna soltanto il minimo per il nostro sostentamento
quotidiano, e tante volte ci manca anche quello.
È quanto mi scrive una mia ex alunna dal sud
delle Filippine, una regione lontana dagli occhi e quindi lontana dal cuore. I
riflettori sono puntati altrove, giustamente: Medio Oriente, Libia, Ucraina,
Nigeria… Così ci sfugge tanta di quella micro sofferenza diffusa che tocca
piccole famiglie e persone sole che sperimentano la fragilità e la precarietà
del vivere umano. Possiamo almeno far sentire la nostra vicinanza, non farle sentire sole. A volte basta un gesto, una preghiera…
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