prediletto quando l’aveva presa con sé.
“Verrai anche a casa mia? – ripeté con l’abituale litania.
Non è bella né adorna.
Sarai tu a pulirla e a farla bella
Come solo una madre sa fare”.
Quella
mattina, quando ebbe terminato la preghiera, gli venne spontaneo domandarsi:
“Qual è la mia casa?”
L’invito rivolto alla Madre era sempre stato quello a entrare dentro di sé.
Non era l’interiorità del cuore la sua casa? Non gli aveva insegnato, la Madre
Chiesa, parafrasando le parole del centurione di Cafarnao, a chiedere: “Signore,
non sono degno che tu entri nella mia casa…”? Era quella la sua casa, nella
quale sapeva che il Signore sarebbe voluto entrare per cenare con lui e
prendervi stabile dimora. Era per questo motivo che chiedeva alla Madre di
precedere e preparare l’avvento del Signore.
“Qual è la mia casa?”, si domandò ancora una volta quella mattina.
Non era forse anche la laura che raccoglieva la comunità dei fratelli?
Perché non chiedere a Maria che venisse anche in quella casa, che era casa sua?. Gesù non
voleva infatti rendersi presente anche tra i due, o i tre o i sette, quanti erano
loro monaci?
Si ricordò della casa che aveva lasciato al villaggio per seguire la
chiamata del Signore. Non era più la sua casa. O lo era ancora? Perché non
chiedere a Maria di andare anche là a preparare la venuta del Signore?
Pensò ad Alessandria, la grande città. Egli oramai era cittadino del cielo.
Ma non rimaneva pur sempre fratello degli uomini e delle donne della sua terra?
Non voleva il Signore fare di quel popolo il suo popolo? Anche quella era la sua
casa. Poteva dunque estendere la sua preghiera a Maria perché preparasse in
Alessandria la strada al Signore.
In quante altre città, pensò più tardi apa Pafnunzio, Dio vuol venire ad
abitare e brama porre la sua dimora. Gli sembrò che la terra intera, con la moltitudine
di lingue e popoli diversi, fosse una sola famiglia, una sola casa: la sua casa.
Il giorno seguente tornò a pregare con le parole di sempre:
“Verrai anche a casa mia?
Non è bella né adorna.
Sarai tu a pulirla e a farla bella
Come solo una madre sa fare”.
Le parole erano quelle di sempre.
La casa si era dilatata all’infinito.
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