Una amica che vive negli
Stati Uniti mi racconta di un presepe… e di come stare attenti per scoprire il
presepe nei posti più impensati.
In viaggio dalla
Pennsylvania a New York, mi sono fermata in un’area di servizio e lì mi
aspettava questo Presepe. Non particolarmente artistico o armonioso, perso tra
ketchup, bustine di sale, cannucce e tovaglioli; annichilito dal distributore
di bevande. Neppure la foto scattata di corsa gli rende particolarmente
giustizia. Eppure non sono riuscita a dimenticarlo.
È il Presepe del mio Natale
2022. Posizionato con coraggio da uno dei dipendenti, in un luogo non sacro,
con un rotolo di sacchi di spazzatura a fargli da scudo: era lì. Era lì a
ricordarmi e a ricordare che Natale è la festa di Gesù e non delle mille luci o
delle centinaia di armoniose creazioni che lo hanno sloggiato. È la festa di un
Dio bambino, che si è mescolato tra tutti, senza pretendere bellezza o ranghi,
ma è diventato uno di noi, uno da fast food, uno che sa ancora parlare al
cuore, nella fila per gli hamburger e le patatine.
Che questo Natale ci dia la
gioia e lo stupore di scoprire la Sua presenza lì dove non ci aspetteremmo; lì
dove il Sacro si è fatto spazio sorprendendoci, anche tra gli emblemi imponenti
della globalizzazione. Merry Christmas.
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