sabato 11 maggio 2019

Siamo nelle mani di Dio, che fortuna!


“Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato”. Queste le parole pronunciate nella sinagoga di Cafarnao e che la liturgia di questa domenica ci ripropone.
Gesù le ripete nell’ultima cena rivolgendosi al Padre: “Nessuno di loro è andato perduto”. 
Fino a quel momento era stato lui a custodirli. Aveva portato a termine la missione che il Padre gli aveva affidato. Pochi momenti dopo la grande preghiera, avrebbe compiuto un gesto estremo in difesa dei suoi, consegnandosi nelle mani dei nemici e ottenendo che essi fossero lasciati liberi. “Se dunque cercate me – avrebbe detto alle guardie nell’orto degli ulivi –, lasciate che questi se ne vadano”.
Com’è denso quel verbo che Gesù continua a ripetere nella sua preghiera, “custodire”: è vigilanza responsabile, è sorvegliare con amore e premura, è prendersi cura con tenerezza, è provvedere ad ogni necessità, è preservare dai pericoli e dalle tentazioni… Tutto questo ha fatto Gesù come pastore buono, nel tempo che era stato con i suoi.
Ora che stava per tornare al Padre dal quale era venuto, era in pensiero per i suoi discepoli. Sapeva le difficoltà che li attendevano. A chi avrebbe potuto affidarli se non al suo stesso Padre? Stava a lui adesso custodirli dal Maligno e da tutte le molte ostilità del mondo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome… Ti prego che tu li costudisca dal Maligno”.

Che gioia saperci custoditi!


Quando ci troviamo in difficoltà estrema e non sappiamo più cosa fare, ci arrendiamo dicendo: Siamo nelle mani di Dio.
Che brutto dirlo con rassegnazione: Purtroppo non c’è altro da fare, quindi mettiamoci nelle mani di Dio. Dovremmo dire: Che fortunati, siamo nelle mani del buon Pastore, siamo al sicuro… Ci conosce.
Non siamo solo e indifesi: siamo nelle mani di qualcuno che ci ama.

1 commento:

  1. ma dov'è il posto per mettere un LIKE come si fa nei social? :) Grazie p. Fabio! Chi piú di LUI ci conosce. Siamo al sicuro!

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