mercoledì 22 maggio 2019

Il Convegno “Oblazione e Martirio”, un momento di grazia


  
I martiri Oblati spagnoli
Michele Longobardi da Roma mi scrive.

Anche se con un ritardo di due settimane, ci tenevo a scriverti due righe a margine del convegno” Oblazione e Martirio” che abbiamo vissuto a Pozuelo dal 3 al 6 maggio scorsi.

Un momento di grazia” se così lo posso riassumere.
Un “momento” perché è durato poco, tre giorni intensi ma con i giusti spazi per conoscersi di più e per fare famiglia.
“Grazia” perché ho veramente gustato, assaporato e respirato negli Oblati e negli altri partecipanti quel desiderio di donarsi lì dove siamo chiamati a vivere. E anche perché non avevo i figli al seguito.

Sono sposato da 14 anni e abbiamo tre figli di 13, 10 e 7 anni. Che vita! Ogni giorno non è mai uguale a un altro e non ci si ferma mai.
Sono cresciuto nella parrocchia degli Oblati a Roma e grazie ai tanti Oblati che si sono succeduti, e qualcuno deceduto, e al cammino nel Movimento Costruire negli anni giovanili, ho potuto condividere con tanti giovani, anche giovani che sono diventati Oblati, momenti di formazione, di missioni popolari e giovanili.
Essendo poi un tecnico di reti telefoniche e trasmissione dati, volentieri sono andato in Romania, a Gesso, Marino, le comunità omi di Roma, il Consultorio La Famiglia  per installare nuovi centralini e risistemare alcuni disagi tecnici. Anche questo è esprimere il senso di famiglia.

Il Convegno… Dopo una prima ventata di entusiasmo, rileggendo il titolo “Oblazione e martirio” non sprizzavo più tanto di gioia. In particolare la parola “martirio” mi faceva pensare a una certa pesantezza degli argomenti che potevano essere trattati.
Grazie p. Fabio perché hai saputo scegliere le persone più azzeccate e i temi che mi hanno fatto (ri)scoprire un lato del carisma oblato così bello: donarsi all’altro (oblazione) e testimoniare la fede con la propria vita (martirio).
Durante i vari interventi mi sono ritornate alla mente le parole che Giovanni Paolo II pronunciò alla GMG del 2000 nella veglia di Tor Vergata:

Il mausoleo dei martiri Oblati di Spagna
«Carissimi amici, anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, di Tommaso, dei primi apostoli e testimoni, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente per seguire il Maestro divino, per seguire "l'Agnello dovunque va" (Ap 14,4). Non per caso, carissimi giovani, ho voluto che durante l'Anno Santo fossero ricordati presso il Colosseo i testimoni della fede del ventesimo secolo.
Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì! Una fedeltà da vivere nelle situazioni di ogni giorno: penso ai fidanzati ed alla difficoltà di vivere, entro il mondo di oggi, la purezza nell'attesa del matrimonio. Penso alle giovani coppie e alle prove a cui è esposto il loro impegno di reciproca fedeltà. Penso ai rapporti tra amici e alla tentazione della slealtà che può insinuarsi tra loro.
In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae…
Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli. Con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti di voi che nel nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in Lui…»

E di testimoni ne ho conosciuti al convegno, in primis i martiri spagnoli che, a dire il vero, sì li conoscevo per “fama” ma non in maniera così profonda, con la situazione storica di quegli anni e le varie biografie. L’oblato delle Filippine mi ha commosso quando è stato invitato a raccontare delle ultime situazioni che stavano vivendo.  P. Eutimio, p. Thomas (che personaggio e che preparazione), Roland Jacques, il Padre Generale, le Comi e così via…  che bei testimoni.

Siamo parte della Chiesa Universale e cerchiamo di abbellirla con i nostri desideri e i nostri talenti ognuno nel proprio ambito di vita. 
Quanti laici e Oblati avrebbe fatto bene partecipare al convegno. Sarebbe interessante trovare delle modalità per portare in giro per la Provincia Mediterranea questi temi, non lasciare questa grazia del convegno fine a se stessa ma raggiungere quante più persone possibile.
Si potrebbe fare veramente alta formazione.


Nessun commento:

Posta un commento