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Ancora
in volo, ancora un altro viaggio.
All’aeroporto
di Barajas, a Madrid, mi attendono per accompagnarmi subito al cimitero dei
martiri, poco distante. Già dalla pista d’atterraggio si vedeva la collina con
disegnata la grande croce bianca. Ai suoi piedi il cimitero, sorto sulle fosse
comuni dove hanno interrato miglia e miglia di persone torturate, seviziata,
mutilate, uccise. Tra di loro i 22 martiri Oblati, o almeno la maggior parte di
essi; di altri non si sa dove li hanno seppelliti, se li hanno seppelliti.
Chissà
che crimini avevano commesso quei giovani studenti di teologia, chissà quale
grande minaccia costituivano per la società, per essere eliminati in maniera
così barbara. Fosse almeno servito a insegnarci qualcosa. Gli stessi eccidi
continuano oggi come allora.
Non
poteva iniziare nel modo migliore il mio viaggio-pellegrinaggio ai martiri
oblati di Spagna. Sabato e domenica terremo il convegno su loro e li
ricorderemo uno per uno, perché non sono i 22 martiri Oblati, sono 22 persone,
con nome e cognome, con un volto, una storia, una famiglia. Durante il convegno
andremo davanti al piccolo monumento che li ricorda e leggeremo, uno per uno, i
nomi che lì sono scritti e ad ogni nome un rintocco di campana.
Venni
qui quattro anni fa ed ebbi tempo di assimilare lo spirito che qui aleggia:
Ma Madrid:
è Angel! La prima volta mi accolse nel 1989. Sono passati già 30 anni? Ma ci
conoscevamo già da tanto prima. Oggi ho sentito a telefono anche Manolo
Morales, Leandro Fanlo, Josè Damian Gaitan, Victoria Gomez, Angela… e qualcuno verrà a trovarmi. La mia Spagna è questa!
Che gioia
andare in ogni Paese e avere chi ti aspetta, qualcuno di casa… Ovunque vai sei
sempre a casa!
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