venerdì 31 maggio 2019

Sulla tomba di san Luigi Grignon de Montfort



La basilica di san Grignon de Montfort
Sullo sfondo il campanile della "cappella" delle suore

Dove meglio che qui avrei potuto celebrare una festa di Maria?
Sono nei luoghi di san Luigi Grignon de Montfort. L’intensissimo programma di questi giorni non mi impedisce di ritagliarmi dei frammenti di tempo per mettere i piedi sulle sue orme. Questa mattina presto sono stato nel grande complesso delle Figlie della Sapienza, fondate dal santo, per pregare un attimo nel luogo in cui san Luigi è morto. Per arrivarvi ho dovuto passare per mille ambienti, a cominciare dalla “cappella”, una chiesa immensa. “Ma è una cattedrale!” ho esclamato (l’altissima guglia del campanile domina tutta la vallata). “No, mi ha ricordato la suora che mi accompagnava, la cattedrale è la chiesa del vescovo e la basilica è il luogo che custodisce la tomba di un santo. Questa è semplicemente la nostra cappella”.
La stanza dove è morto san Luigi è stata completamente ristrutturata. L’urna che una volta conteneva il corpo è protetta da un marmo con incisa una croce, a ricordare che l’accesso alla Sapienza passa attraverso la croce. La Sapienza incarnata: l’attrattiva e la passione di san Luigi, che l’ha ardentemente desiderata, chiesta incessantemente, seguita fino alla croce; ad essa si è donato per mezzo di Maria.


La stanza dove è morto Montfort
La tomba del santo
Questo paesetto, nel quale san Luigi è morto al termine della missione che vi predicava, è letteralmente dominato dalla sua presenza e dalle tre gigantesche “cappelle”, quella dei Padri monfortani, delle Suore della Sapienza e dei Fratelli di san Gabriele. Su tutto primeggia la basilica (la parola questa volta è giusta) edificata in suo onore, che ne custodisce il corpo. Giovanni Paolo II non poteva non giungere fin qui, dal santo di cui aveva condiviso il motto: Totus tuus. L’ho visitata ieri mattina presto e ho pregato sulla tomba del santo e della beata prima suora delle Figlie della sapienza.
Impressionante l’epitaffio che vi era sulla sua tomba, che lo descrive come un uomo consumato dal fuoco della carità, un uomo dalla vita pura come nessun altro, paziente, austero, ardente di zelo, devoto di Maria, la cui vita ha ricalcato quella di Cristo, di cui ha parlato ovunque, in maniera infaticabile. Un autentico missionario.


1 commento:

  1. Davvero un luogo speciale! Grazie per le belle foto🌝. Visitai la tomba ma non la stanza dove morì. San Luigi Maria un grandissimo santo per il prossimo futuro..., in attesa che lo facciano Dottore della Chiesa 🌝!!!

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