Misericordia: è
l’amore di un Dio che è Amore per definizione e che per primo si muove incontro
a noi. È l’amore di un Padre che ama con un amore di madre, come
suggerisce una delle parole che la Bibbia ebraica impiega per esprimere la
misericordia: rahamim, ossia l’amore viscerale della mamma (rehem è
il seno materno): «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non
commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si
dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato
(potremmo tradurre: tatuato) sulle palme delle mie mani» (Is 49,15-16). È
l’amore di un Dio che giunge fino a morire per coloro che egli ama: «a stento si trova chi sia disposto a morire per un
giusto… Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5, 8-9). Quel Dio
che si era autodefinito «misericordioso e compassionevole» (cfr. Es 34,6)
ha mostrato la follia del suo amore in Gesù, che ha dato un volto concreto alla
misericordia e alla compassione. Se «Dio
è per noi, chi sarà contro di noi?... Chi ci separerà dunque
dall'amore di Cristo?» (Rm 8, 31, 35).
Questa certezza si è stampata con tale forza nel cuore dei cristiani da
suscitare una infinita gratitudine e speranza: Dio mi ama sempre, comunque,
immensamente, mi è vicino, mi perdona, mi dà la possibilità di
ricominciare.
La misericordia inizia col cambiare noi stessi, perché l’amore di Dio che
ci raggiunge fin nel profondo della nostra miseria e piccolezza, fin nel nostro
essere peccatori: ci fa nuovi.
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