Mi sembra di trovare il filo rosso delle lettura di questa
quinta domenica nella confessione dei tre chiamati della propria inadeguatezza.
Isaia afferma di essere un uomo dalle labbra impure, Paolo un aborto, Simone un
peccatore. Perché, se tali – e lo sono veramente – sono stati scelti per una
missione?
Perché la barca di Simone e non l’altra barca? Perché Simone
e non gli altri pescatori?
Non c’è un perché. Il perché sta soltanto nella gratuità
dell’amore di Dio. Nessun merito da parte loro, solo la liberalità di un Dio
che ama sempre per primo, anche – soprattutto – quanto non è amabile.
È il mistero della scelta e della chiamata di ognuno di noi,
che ci riempie di confusione e di gratitudine.
Il timore per la missione che ci trova impreparati e
inadeguati, è allontanato dal “Non temere. Io…”. C’è l’Io divino, la sua
presenza operante e trasformante.
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