domenica 28 febbraio 2016

Ai Santi Giovanni e Paolo: luogo di contemplazione


Pellegrinaggio alla basilica dei santi Giovanni e Paolo per dire la messa nella stanza del venerabile Paolo della Croce e sull’altare usato da questo grande servo di Dio.
Nella stanza si conservano preziosamente gli oggetti che usava in vita. Ho fatto il ringraziamento davanti al crocifisso che portava nelle missioni e mi sono appoggiato sullo stesso tavolo sul quale è scritto che si appoggiava lui stesso quando faceva orazione. Per rispetto non ho osato sedermi sulle due sedie di cui si serviva, mi sono accontentato di appoggiare le labbra dove appoggiava le mani.
Si vedono, in un armadio a vetri, una quantità di cose che gli appartenevano: la Bibbia, il breviario, la Imitazione di Gesù Cristo, il suo cilicio, le sue scarpe, i suoi abiti, il suo letto e anche il suo sangue conservato in una bottiglia.
I padri Passionisti mi hanno pregato di restare con loro a pranzo; siamo andati prima in coro a dire sesta e nona in piedi, secondo il loro uso, e molto lentamente come loro dicono tutto l’ufficio.


È il diario di sant’Eugenio, in data 20 aprile 1826. Ancora una volta questo potrebbe essere il mio diario, perché effettivamente sono ai santi Giovanni e Paolo, ho visitato la cella di san Paolo della Croce trasformata in cappella…
Da qui emana il profumo della santità. Pare di sentire il santo ripetere: «chi vuol essere santo ama di seguire le orme divine di Gesù... Suo cibo è fare in tutto la santissima volontà di Dio; e, siccome questa più si fa nel patire che nel godere, perché nel godimento sempre vi si attacca la volontà propria, così il vero servo di Dio ama il nudo patire, ricevendolo direttamente dalla purissima volontà del Signore».

Come al tempo di sant’Eugenio, anche oggi nella comunità dei Passionisti si sperimenta un grande senso di accoglienza. È un luogo fatto per la preghiera e la contemplazione.


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