Uscito tardi per andare ad adorare il Santo
Sacramento alle Quarantore. Si tenevano nella chiesa dei santi Giovanni e Paolo
al di là del Colosseo. Mi sono incamminato verso questa chiesa assai lontana,
attraversando il tempio della pace di cui restano solo tre archi spogli di ogni
ornamento; però è uno dei più bei edifici della Roma antica, iniziato da
Claudio e terminato da Vespasiano, che vi rinchiuse i vasi presi a Gerusalemme.
Delle otto colonne che sostenevano la navata centrale ne è rimasta solo una che
Paolo V fece elevare nella piazza di S. Maria Maggiore.
Uscendo da questi archi, sono passato sotto il
famoso arco di trionfo di Tito dove si vede il bassorilievo che rappresenta il
candelabro a sette braccia del tempio di Gerusalemme. Sono entrato nella chiesa
detta di S. Maria la Nuova, servita dai religiosi Olivetani. Fu elevata dentro
il vestibolo della Domus Aurea di
Nerone in memoria dei santi Apostoli perché si dice che in questo luogo S.
Pietro si inginocchiò per ottenere da Dio che il mago Simone, che in quel
momento si innalzava davanti a tutto il popolo e allo stesso Nerone, fosse
precipitato. Si mostra la pietra sulla quale si inginocchiò il santo Apostolo,
inserita nel muro della Chiesa, ma non ci sono altre prove dell’identità di
questa pietra – dove è segnato il posto delle ginocchia – se non la pia credenza
dei fedeli.
Dirigendomi verso l’arco di Costantino che è
vicino al Colosseo, mi sono incamminato verso la chiesa dei santi Giovanni e
Paolo in mezzo a una immensa folla che faceva la mia stessa strada. La giornata
era splendida e ognuno aveva preso come meta della passeggiata la chiesa dove
si svolgevano le Quarantore.
Arrivato
alla piazza della chiesa…
È l’itinerario che ho percorso venerdì per
arrivare alla basilica dei santi Giovanni e Paolo, ma non è il mio diario: è il
diario di sant’Eugenio, scritto 190 anni fa, il 12 febbraio 1826.
La basilica di S. Giovanni e Paolo, una delle
più antiche di Roma, fu costruita alla fine del IV secolo sulla casa dei due
santi martirizzati sotto Giuliano l’Apostata e sepolti di nascosto nella loro
casa, che era una “chiesa domestica”, che
accoglieva i primi cristiani per gli incontri di vita e di preghiera, quando
ancora non esistevano le chiese. Nonostante l’uccisione e la sepoltura dei due
martiri fosse tenuta nascosta, presto sul luogo del martirio sorse un piccolo “trofeo”
per il culto. I resti della casa primitiva, una delle meglio conservate dell’antica
Roma, furono riscoperti nel
1887.
Il colle del Celio, che si erge accanto
al Colosseo, è uno dei luoghi più suggestivi di Roma. Il parco solitario e
silenzioso si estende per tre ettari. Nel medioevo la zona fu completamente
abbandonata e tornò ad essere aperta campagna. Vi si installarono i Cistercensi
poi altri ordini, sempre scoraggiati dal luogo selvaggio, fino a quando il
grande monastero fu affidato dal papa a Paolo della Croce nel 1773. Da allora i
Passionisti sono ancora qui. Come 190 anni fa accolsero sant’Eugenio, oggi
accolgono anche me per tre giorni…
Nessun commento:
Posta un commento