Fra i “Missionari della Misericordia” sono arrivati a Roma anche quattro Oblati. Due sono dallo Zimbabwe, uno dalla Repubblica Ceca, uno dalla Germania. Altri riceveranno il mandato nei loro Paesi.
Li chiamava “Ministri di
misericordia”, perché annunciavano l’amore di Dio per gli uomini ed erano strumenti
della sua misericordia verso i poveri e i peccatori. Siete «gli strumenti della
misericordia di Dio», scrive esplicitamente. I missionari, afferma ancora, sono
«i cooperatori del Salvatore, i corredentori del genere umano». Tutto il loro
impegno si concentra nel «diventare degni ministri della misericordia di Dio, veri
apostoli di Gesù Cristo», nel «diventare nelle mani di Dio strumenti della sua
Misericordia». «Che si inculchi bene a tutti che bisogna essere santi e
condurre una vita da santi per compiere la grande opera che Dio, nella sua
misericordia, ci ha affidato».
Nel Diario del 13 Marzo 1843,
dopo aver letto le relazioni che gli giungono dalle missioni che gli Oblati
compiono nei vari paesi, annota: «Sono ancora i nostri ad essere
gli strumenti della misericordia di Dio in queste contrade. Non bisogna essere
riconoscenti per essere stati scelti per fare tanto bene nella Chiesa di Dio?»
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