Ma al termine del suo sermone Simone ode, rivolta a lui, una
parola diversa dalle altre appena sentite: «Prendi il largo e getta la rete». Una
parola incomprensibile, assurda, fuori della logica. Egli sa che il tempo propizio
per la pesca non è il giorno, quando i pesci scendono nel fondo delle acque, ma
la notte, e quella notte pesce non se n’era visto. Gesù è bravo a parlare, ma
di pesca non se ne intende, è un uomo di terra, non di lago.
Eppure Simone si fida. Crede più a lui che a se stesso: «Sulla
tua parola getterò le reti». Nel gettare le reti getta a mare anche la sua esperienza
di pescatore e si lascia guidare da Gesù, nella fiducia più piena: «Sulla tua parola».
Ha fatto bene a fidarsi. Non rimane deluso. La barca vuota
è ora piena di pesci.
A me sembrerebbe meglio fare così, a me piacerebbero cose
diverse da quelle che egli mi propone, vorrei andare per la mia strada, cerco le
mie sicurezze...
Lasciami tranquillo nel mio cantuccio, ti prego. Perché mi
strappi dal mio quieto vivere e mi mandi al largo?
Ma ormai lo conosciamo, almeno un po’, e sappiamo che possiamo
fidarci di Dio, anche quando non comprendiamo. Non è anche questo la fede? E non
è cieca! Sì, sappiamo veramente che possiamo fidarci di lui, lo abbiamo già visto
all’opera, più volte, in noi e attorno a noi. E se l’incomprensione si acuisce,
se persiste il dubbio, se sopraggiunge la notte, egli continua a ripetere: «Non
temere».
Sì, sulla sua parola sono pronto a fare quello che egli chiedi
e non ne sarò deluso.
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