Ogni domenica mattina, alle otto,
vado a comprare il giornale. Anche in giorni torridi come questi, alle otto è
ancora piacevole camminare. Passo davanti al bar da dove emana un intenso
profumo di cornetti e caffè. Fuori, seduti ai tavolini, e prime lettori
mattutini. C’è anche il solito nigeriano con il cappello in mano a chiedere un
soldo; proviene da uno dei tanti campi di profughi alla periferia della città. Poco
avanti, in via Madonna del Riposo, il venditore di fiori del Bangladesh innaffia il suo giardino distribuito
lungo il marciapiede. Ha sempre un sorriso e un buon giorno per ogni passante.
Lungo il percorso ci sono anche tre
serie di cassonetti della spazzatura, cinque ogni gruppo. A quest’ora del
giorno l’azienda municipale di raccolta è già passata e i cassonetti sono vuoti,
anche se l’odore cozza con quello del bar. I cassonetti sono svuotati, ma
attorno rimane sempre una grande sporcizia. Diversamente dal solito noto che
oggi attorno al primo gruppo c’è una pulizia quasi maniacale, non una carta, un
pezzo di plastica, un rifiuto anonimo. Al secondo gruppo stessa pulizia
perfetta. Al terzo… ecco svelato il mistero. Una donna anziana, sudatissima,
con scopa e paletta pulisce minuziosamente tutto attorno. La ringrazio e le
domando perché lo fa. Non mi risponde, mi sorrise soltanto: la più eloquente
delle risposte.
Che abbia letto l’Enciclica Laudato si’ di papa Francesco?
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