La foresta era in
fiamme. Gli animali si radunarono per discutere sul da farsi. Intanto il
colibrì faceva la sposa tra il fiume e l’incendio, portando una goccia d’acqua
ad ogni volo. “Cosa vuoi che serva la tua goccia d’acqua”, gli disse il
giaguaro. “Intanto che voi discutete, io la mia goccia d’acqua la porto
comunque”.
Questa piccola
deliziosa favola mi è tornata in mente leggendo l’ultimo capitolo
dell’enciclica del papa Laudato si’.
È un testo che spazia su tutti i problemi ecologici, chiamando in campo
economia e politica, teologia e antropologia. Nelle conclusioni, la grande
visione dell’enciclica plana su proposte di cambiamenti minimali di stili di
vita: mettere una maglia in più invece di accendere il riscaldamento, ridurre
il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto
ragionevolmente si potrà mangiare, utilizzare il trasporto pubblico, piantare
alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Occorreva proprio un’enciclica
per suggerimenti del genere? È la logica del colibrì. «Non bisogna pensare che
questi sforzi non cambieranno il mondo», scrive esplicitamente il papa. Anche
«riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da
motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra
dignità».
Il papa è
convinto che attraverso piccoli gesti di ogni giorno si può superare la
mentalità deleteria di un consumismo ossessivo, frutto di un vuoto esistenziale
che ci si illude di riempire con oggetti da comprare, possedere e consumare. Il
papa punta a far prendere coscienza della nostra origine comune, della mutua
appartenenza e del futuro condiviso da tutti. Il rispetto ecologico nasce
dall’amore per l’umanità.
L’enciclica
potrebbe ispirare il riposo estivo, di chi può permettersi o non permettersi
viaggi o vacanze particolari. Potrebbe essere il momento propizio per leggerla!
Poi per prendersi il tempo di guardarsi attorno, contemplare la bellezza del
creato e lodane il creatore, e insieme prendere coscienza del degrado
ambientale e allenarsi nella logica del colibrì, senza disdegnare i piccoli
gesti creativi che possono contribuire a ridare bellezza all’ambiente.
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