Secondo uno dei detti tramandati dal Vangelo di Tommaso,
Gesù avrebbe affermato: «Chi è vicino a me, è vicino al fuoco» (detto 82). Egli
è venuto a portare il fuoco sulla terra e vuole vederlo accendere e divampare
(cf. Lc 12, 49).
L’amore è sempre associato al fuoco, come sa bene il Cantico
dei Cantici: «forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la
passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi
acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo» (8, 6-7).
Nel suo messaggio
per la Quaresima papa Francesco ha fatto sua la preoccupazione di Gesù: che il
fuoco dell’amore si raffreddi: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti
si raffredderà» (Mt 24, 12).
Come si raffredda in noi la carità? si domanda il Papa. Quali
sono i segnali che ci indicano che l’amore si sta spegnendo? È anzitutto l’avidità
per il denaro, spiega papa Francesco nel messaggio, il rifiuto di Dio, la violenza,
ed esemplifica con la lucidità che gli è propria.
«L’amore – continua – si raffredda anche nelle nostre comunità»,
le cui più evidenti mancanze di amore sono: «l’accidia egoista, il pessimismo sterile,
la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità
mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo
l’ardore missionario».
Cosa fare perché non si spenga l’amore, anzi divampi sempre
più?
Il papa ricorda che la Chiesa, in questo tempo di Quaresima,
ci offre «il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno».
A me viene in mente un ulteriore rimedio per tenere vivo l’amore.
Me lo suggerisce l’episodio di Emmaus. Mentre lungo la via Gesù parlava, ai due
discepoli «ardeva il cuore in petto» (Lc
24, 13-32). La Parola del Dio, che è Amore,
comunica e alimenta il fuoco dell’amore, fa ardere il cuore e spinge ad amare.
Ne era convinta una grande mistica del XVII secolo, la
beata Maria dell’Incarnazione, che sentiva la Scrittura come fuoco: «Le parole
della bocca sacra [del Verbo] di cui il santo Vangelo è pieno (...) sono il
fuoco e le fiamme che Egli ha mandato in tutto il mondo e che hanno finora
bruciato le anime pure».
Un’analoga percezione è quella di una mistica dei nostri
giorni, Chiara Lubich, che sotto ogni Parola del Vangelo scopriva il fuoco della
carità. «Quando una di queste Parole cadeva nella nostra anima, ci sembrava che
si trasformasse in fuoco, in fiamme, si trasformasse in amore. Si poteva
affermare che la nostra vita interiore era tutta amore».
Porsi all’ascolto
della parola di Dio. Può essere questo un impegno per la Quaresima, un modo
perché il fuoco dell’amore non si spenga, anzi divampi. Gesù ha bisogno soltanto
di due o tre che camminino insieme, come a Emmaus. Allora si fa subito compagno
di viaggio e continua a rivolgerci la sua parola.
Che sia lui stesso a ridirci le sue Parole di Vita, a rendercele
vive, così che informino ogni nostro pensiero, ogni affetto, ogni azione. Nulla
sarà più banale. Tutto, infiammato dal suo amore, acquisterà sapore. Il fuoco
divamperà in noi e tra noi. La carità non si raffredderà, anzi farà dire anche
a noi: “Non ci arde forse il cuore?”.
Sarà una Quaresima di fuoco.
Nessun commento:
Posta un commento