venerdì 9 febbraio 2018

Papa Francesco: Vangelo sine glossa


Papa Francesco ha più volte raccontato la motivazione che l’ha portato a scegliere come nome nuovo quello del “Poverello” di Assisi: gli avrebbe sempre ricordato i poveri. E i poveri, in questi ormai cinque anni di pontificato, sono sempre stati presenti sul suo cammino, da quelli che accoglie sotto il colonnato di piazza san Pietro a quelli che va a trovare nelle baracche delle periferie, da quelli che invita a pranzo a casa sua a quelli a cui manda il suo Elemosiniere.

Quando per il primo Natale disattese il tradizionale concerto nell’aula Paolo VI, il suo sembrò un gesto scortese, ed invece era un gesto evangelico: voleva alla sua mensa – come chiede Gesù – non ricchi e amici ma quanti non hanno da ricambiare (cf. Lc 14, 12-14). Quando, in visita a un Paese estero, vuole salutare per primi non i “grandi” e i “potenti”, ma i piccoli e i poveri, lo fa non per disprezzo verso le autorità, con le quale tra l’altro si intrattiene in maniera genuinamente umana e fraterna, ma per obbedire al Vangelo che chiede di non essere come i capi delle nazioni e i grandi, che dominano e esercitano il potere, ma come colui che serve (cf. Mc 10, 42-45). Quando va incontro ai responsabili delle altre Chiese, ponendosi al loro livello senza superiorità o rivendicazioni, disposto a incontrarli ovunque e comunque, non fa che attuare l’insegnamento di Gesù ad amare per primo (cf. Lc 6, 27-35). Quando invita a confrontare la legge con la situazione concreta della persona, esercitando la legge sprema dell’amore e della misericordia, ripropone l’agire di Gesù davanti alla donna sorpresa in adulterio (cf. Gv 8, 1-11). E potremo continuare.
Il carisma di Francesco d’Assisi è aver vissuto e riproposto a tutta la Chiesa il Vangelo alla lettera, con le sue radicali esigenze, sine glossa, senza annacquamenti e compromessi. La povertà e i poveri venivano di conseguenza.

Mi sembra che lo stesso carisma guidi e animi la vita e l’insegnamento di papa Francesco. È questo che, come Gesù, lo muove a “compassione delle folle” e lo rende tanto amato e lo fa sentire vicino. Ed è ancora la sua proclamazione del Vangelo sine glossa che porta altri ad avversarlo, quanti si sentono toccati nei loro privilegi, prestigio, potere… Il Gesù del Vangelo continua a essere “segno di contraddizione”.


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