Sono passati più di vent’anni dalla mia prima venuta nella
Repubblica Ceca. Nel marzo 1997 ero stato ad Olomouc, la capitale della
Moravia, dove l’arcivescovo Jan Graubner mi aveva fatto parlare a 90 sacerdoti
e poi agli studenti della Facoltà teologica. A Praga il card. Miloslaw mi aveva
fatto parlare nella Facoltà teologica a 150 sacerdoti, presenti i tre vescovi
ausiliari e il nunzio; a una cinquantina di seminaristi; alle carmelitane e a
un gruppo di religiose. Rilasciai anche una lunga intervista e una conferenza
stampa.
Quindici anni fa, nel marzo 2003, un altro viaggio di cui
mi è rimasto un ricordo indelebile. Guidai gli esercizi spirituali alla
conferenza episcopale, in un antico convento francescano, a Hejnice, paesotto
situato a nord, al confine con la Polonia e la Germania, accanto ad un
santuario mariano. Diedi 20
conversazioni, poi confluite nei libri Fuoco
è la tua Parola e Luce è la tua
Parola.
Appena arrivato a Praga
fui ospite all’arcivescovado, in una suite principesca: una sala ovale di una
bellezza straordinaria, con tre finestre che davano: una sul giardino
dell’episcopio, una sul castello, una sulla città. La mattina potevo vedere la
piazza animarsi di turisti e il cambio della guardia presidenziale… Potei
visitare velocemente il Gesù Bambino di Praga, il ponte Carlo IV, il centro
della città antica, un giretto nel castello, tra i suoi palazzi, la cattedrale,
la via d’oro con le casette da nani degli arcieri reali…
10 giorni che non potrò più dimenticare, descritti in un
dettagliato diario, come usavo allora.
Sono poi tornato nella Repubblica Ceca a giugno sempre nel
2003 per parlare al congresso mariano a Olomouc.
Il viaggio di questi giorni è molto più semplice e breve. Niente visite ai monumenti. Ancora un incontro, questa volta con un centinaio di sacerdoti di vari Paesi
dell’Est Europa: Cechia e Slovacchia, Ucraina, Polonia, Russia, Ungheria, Romania,
Slovenia. Abbiamo con noi anche tre vescovi. Siamo in una lontana periferia di Praga. Eppure godo di un'altra bellezza.
Mi sembra un sogno vedere sacerdoti di così tante nazioni
uniti in un unico Ideale di vita.
I loro popoli erano uniti tra loro in maniera forzata, ora
possono esserle nella libertà: “molti, un solo corpo”. Questi sacerdoti ne sono
la profezia. Come al solito sono vestiti monocolore: nero, grigio chiaro,
grigio scuro… eppure la loro vita mi sembra un arcobaleno di colori.
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