Nel pomeriggio di Pasqua Claofa e il suo amico lo riconoscono a Emmaus. Tornano di corsa a Gerusalemme per annunciarlo ai discepoli. “È apparso anche a Pietro”, rispondo i discepoli. Sorge la domanda: Gesù dov’era stato veramente quel giorno, a Emmaus o a Gerusalemme? Poteva essersi stato contemporaneamente lì e qui?
“L’ho incontrato in giardino”, riferisce Maria di Magdala; “per
strada”, dicono le altre donne; “in casa”, continuano i discepoli della prima
ora; “sul lago”, diranno più tardi sette di loro… Può apparire in qualunque
luogo, anche in quello più ordinario, e in qualsiasi momento? Il solo posto del
quale non si ha notizia che si apparso è proprio là dove ce lo saremmo
aspettato di più, nel tempio. Ormai è lui il tempio: «Distruggerete questo
tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv
2, 19).
Sì, il velo del tempio si è squarciato, la gloria di Dio, la
sua presenza, non abita più nel “santo dei santi”, nel cuore segreto e nascosto
del tempio. Essa si dilata ormai per le strade e informa i luoghi profani. Il
velo squarciato squarcia la separazione tra sacro e profano rendendo tutto
santo. La stessa morte di Gesù è avvenuta fuori della mura della città santa,
in luogo impuro, dove non si sarebbero potuto offrire sacrifici, e dove fu
invece immolata la vittima pura e santa, per rendere tutto puro e santo.
Possiamo dunque incontrarlo quando meno ce lo aspettiamo:
per strada come le donne e i due di Emmaus; in giardino, come Maria; in casa
come i discepoli; al lavoro come quelli sul lago. Il mondo si è riempito della
presenza del Risorto. Non è più necessario informarsi su dove si trova il
Maestro e intraprendere lunghi viaggi per andare a incontrarlo, per vederlo,
ascoltarlo, toccarlo. È qui. La sua apparizione sarà un miracolo? Oppure sarà
miracolo quando egli non appare? È qui, presente, vero. Il prodigio è che egli
c’è e non lo si vede!
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