Firenze è bella anche fuori del solito giro riservato ai
turisti. C’è una Firenze dei fiorentini che quando ti ci cali ti dà qualcosa in
più: il senso della quotidianità, del buon gusto, della bellezza fine, della briosità
un po’ bizzarra.
L’ho passeggiata lungo Borgo alla Croce con i fantasiosi negozi,
le botteghe di una volta, le osterie appetitose. Mi sono fermato al mercato
delle pulci in borgo dei Ciompi, dove le strutture rinascimentali ti ricordano
che anche l’architettura per un mercato del pesce può essere pensata con gusto,
fino a diventare un’opera d’arte. Poi borgo allegri con rigattieri, antiquari,
artigiani restauratori. In mezzo un autentico gioiello: la chiesa di sant’Antonio,
con opere d’arte da mozzafiato.
Ma la grande meraviglia è il recupero delle antiche carceri delle
Murate, che fino a pochi anni fa ospitavano ancora i detenuti e oggi sono stati
trasformate con fantasia in appartamenti, uffici, luoghi pubblici… Sono rimaste
le antiche porte cariche di catenacci che incutono ancora terrore, le inferiate...
Mi ha colpito lo schizzo di un carcerato che guarda il mondo dalle sbarre, con
un’ansia di libertà
La passeggiata non può non terminare presso la famosa Tripperia
Pollini, un semplice banco dove di mangia il lampredotto, un piatto particolare
(veramente il piatto non c’è, viene servito direttamente sul panino) a base di
uno dei quattro stomaci dei bovini. Buon appetito! Senza fare troppo gli
schizzinosi: fa parte dell’autentica Firenze dei fiorentini.
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