lunedì 14 luglio 2014

Santa Caterina de Ricci scende dalle nuvole / 1



Ho celebrato nella chiesa di santa Caterina de Ricci a Prato, dove ha vissuto e dove il suo corpo è custoditi, visibile, sotto l’altare principale.
Che santa, santa Caterina de Ricci! Di quelle con le estasi, da far concorrenza alle altre due grandi mistiche toscane: Caterina da Siena e Maddalena de Pazzi. In effetti i bassorilievi che adornano la chiesa a lei dedicata, la ritraggono sempre sulle nuvole: in quello sull’altar maggiore il Crocifisso si stacca dalla croce e l’abbraccia, in quelli laterali Cristo le impone l’anello delle mistiche nozze, le muta il cuore, le appare Risorto; ancora: la Vergine le dà in braccio Gesù Bambino, le dà la corona di spine; oppure, sempre dalle nuvole, la santa salva un carmelitano in pericolo di annegare, o appare a san Filippo Neri. C’è un bassorilievo solo senza nuvole: la raffigura che guarisce una bambina cieca e storpia.
Per raccontare la sua storia basterebbe descrivere ad uno ad uno gli episodi significativi raccontati dai bassorilievi. Ma ne verrebbe fuori una santa… tutta sulle nuvole. Una santa da far rimanere a bocca aperta. Ma a cosa serve una santa sulle nuvole a noi poveri mortali che abbiamo i piedi per terra e siamo presi dagli affanni e dalle preoccupazioni di ogni giorno, che dobbiamo combattere con il traffico, con i figli che fanno confondere, con i debiti…?

È meglio far scendere la santa dalle nuvole, per vedere se sapeva camminare con i piedi per terra e può insegnare qualcosa anche a noi. Basta prendere in mani le sue lettere per renderci subito conto che non dobbiamo per niente tirarla giù da chissà quali altezze. I piedi li aveva ben piantati in terra, come tutti i santi (altrimenti non sarebbero diventati santi). Eccola affaticata a trovare lavoro per le sue suore perché possano vivere, a trovare mezzi di sussistenza per poveri e ammalati, a dirigere i lavori di ristrutturazione del monastero, a consigliare quanti si rivolgono a lei per ogni problema... A un suo figlio spirituale gli domanda se ha da vendergli trentacinque o quaranta barili d’olio, «ma che sia olio dolce e buono», gli raccomanda; pagherà il giusto, ma con comodo «perché non abbiamo ora denari alla mano». E se lui non ha l’olio che veda da chi comprarlo per loro, e che intanto anticipi i soldi «perché non sappiamo più dove ci volgere per accattar denari».
Non le mancano le preoccupazione per parenti e conoscenti. Le viene il crepacuore al pensiero che il papà e lo zio sono in lite per questioni di soldi: scrive che «mi avete molt’afflitta» e li supplica di «riunirsi e pacificarsi insieme». Vele la pena leggere alcune righe della supplice che rivolge al padre perché perdoni il fratello: «Vi voglio pregare, per le viscere di Giesù Cristo, che c’à tant’amati: ch’esendo noi quelli che l’aviamo tant’offeso, non s’è sdegnato di umiliarsi a noi e fare per noi penitenzia, O non disse lui – essendo da’ giudei crocifisso tant’ingiustamente –: “Padre, perdona alle mia crocifissori, che non sanno quello si facciano”? Così voglio ch’ancor voi facciate, benché le ragioni fussero vostre».
E poi Caterina deve far fronte alle ingiustizie, alle calunnie, alle malattie, alle morti… Li aveva e come i piedi per terra.

1 commento:

  1. grazie di queste notizie su santa Caterina de Ricci. Confesso la mia ignoranza su di lei. Soprattutto non sapevo che avessi vissuto proprio lí, a Prato, e che lí ci sia il suo corpo.
    Dopo aver letto ieri la tua riflessione mi veniva in mente di dire: e non si potrebbe pensare proprio il contrario? Che quelli bassorilievi rappresentano che è posible avere i piedi per terra e allo stesso tempo avere delle esperienze di Dio, cioè, di Paradiso?
    E ti sei accorto che, per rappresentare queste esperienze, in genere presentano i santi in ginocchio davanti al mistero?
    Cosa vuoi, siamo nel barocco. Ma tutto ha un suo senso. José Damián Gaitán de Rojas

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