Quando
a Roma scoppiò la peste, Luigi Gonzaga aveva chiesto e ottenuto di servire gli
infermi nell’ospedale di San Sisto. Poco dopo, però, i superiori gli fecero
lasciare quel posto per timore che, data la sua fragile costituzione fisica,
potesse correre il pericolo del contagio. Gli fu permesso tuttavia di visitare
gli ammalati ritenuti meno pericolosi, in un ospedale ai piedi del Campidoglio.
Mentre di recava all’ospedale vide abbandonato sulla strada un ammalato in fin
di vita. Come buon pastore se lo caricò sulle spalle e lo portò all’ospedale.
Era un appestato e Luigi ne contrasse il morbo che in pochi mesi lo condusse
alla morte: aveva appena 23 anni.
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