mercoledì 12 gennaio 2022

Pietro a Roma


Era lì che mi aspettava da qualche anno. Finalmente questi giorni ho potuto prenderlo in mano e leggerlo. Uno di quei libri che soltanto le banche posso permettersi di pubblicare. Siamo nel lontano 1967.

“Pietro a Roma”, quattro saggi scritti da altrettanti autori illustri. Ma soprattutto un repertorio iconografico d’eccezione, che mostra pitture e sculture nelle catacombe dei primi secoli, a cominciare dal ritratto più antico, risalente a prima del 275.


 

Emerge un Pietro per me inedito. Soprattutto quattro le immagini più ricorrenti che mi hanno toccato:



- Pietro pastore, che pasce le pecore, obbedendo al comando che gli affidato Gesù.

 





- Pietro maestro che, nuovo Mosè, riceve il rotolo della legge ed esercita il suo magistero.

 








- Pietro che fa scaturire dalla roccia l’acqua del battesimo: la sua paternità e la sua maternità…

 






- Infine Pietro che riceve le chiavi è sempre associato al tema del gallo che canta, come a ricordargli che deve usare le chiavi più per aprire che per chiudere: che usi la misericordia verso i peccatori, lui che, peccatore, è stato oggetto di misericordia da parte di Gesù:

 








Un libro che ti fa innamorare di Pietro, che segue Gesù con la passione che lo caratterizza, fino in fondo, portando la croce:




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