sabato 8 gennaio 2022

Il suo, il nostro battesimo


«Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm», dove il fiume Giordano è a metà del suo corso che dal monte Ermon lo porta a gettarsi nel mar Morto. Andavano da lui farisei e sadducei, pubblicani, soldati, prostitute (cf
Mt 3, 7; Lc 3, 12.14; Mt 21, 32) e «confessavano i loro peccati» (Mt 3, 6). Confuso tra la folla si presenta anche Gesù per essere battezzato come uno di loro, uno dei tanti (cf Lc 3,21). Viene da Nazaret di Galilea, scrive Marco (cf 1, 10) con un’annotazione biografica che vuole evocare la sua piena umanità: un uomo qualunque, di un piccolo villaggio da cui si diceva che non poteva venire niente di buono (cf Mt 21, 32). Vero “figlio dell’uomo” si lascia annoverare tra i peccatori (cf Is 53, 12), pienamente solidale con essi.

Per far nascere la nuova creazione Gesù deve prendere su di sé il peccato del mondo. È «l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29. 36). Il prezzo da pagare per compiere l’opera di salvezza è dare la vita per amore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13).

Da questo momento egli desidera ardentemente un altro battesimo, quello della croce (cf Mc 10, 38; Lc 12, 50), di cui il battesimo al Giordano è segno e anticipazione (cf Mt 26, 39).

I cieli aperti 

Gesù si lascia dunque annoverare tra i peccatori, pienamente solidale con essi. Ma quando uscì dall’acqua «vide aprirsi i cieli». «Se tu squarciassi i cieli e scendessi!», gridava il profeta Isaia (63,19), facendosi voce dell’intera umanità. La disobbedienza di Adamo aveva chiuso i cieli, irrimediabilmente. Ora l’obbedienza di Gesù li apre, la preghiera è esaudita (cf Lc 3, 21): lo Spirito può tornare sulla terra e la voce di Dio risuona in mezzo a noi.

Ed ecco «lo Spirito discendere su di lui come una colomba». Quello Spirito che all’inizio dei tempi si librava sulle acque per ordinare il caos primordiale in cosmo (cf Gn 1, 2), ora scende su Gesù per dare inizio ad una nuova creazione. Inizia la storia del mondo nuovo.

Il simbolo della colomba rimanda ancora al racconto del diluvio, quando la colomba annunciava la pace e la salvezza. Col battesimo di Gesù splende un nuovo arcobaleno a segnare la nuova alleanza messianica, da cui nasce la nuova umanità (cf 1 Pt 3, 21-22).

 «E si sentì una voce dal cielo – narra il Vangelo di Marco –: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». È il Padre che parla, quasi risposta a Gesù che ha accettato di compiere in pienezza, per amore, il suo volere. Riecheggia nel tempo l’unica parola che da tutta l’eternità il Padre pronuncia: amore, amore, amore e il Figlio è generato.

Udendo la voce del Padre, Gesù prende piena consapevolezza della sua figliolanza divina e della sua missione. Sa di essere il prediletto, l’amato da sempre. È vero “Figlio di Dio”, può chiamare Dio “Padre” nel senso più pieno della parola.

Il Padre è l’Amante, il Figlio è l’Amato, lo Spirito Santo è l’Amore nel quale si compie il rapporto d’amore tra Padre e Figlio.

Il battesimo di Gesù è il primo grande evento della piena rivelazione di Dio-Amore, unità di tre divine Persone: la santa Trinità. È un vero mistero della luce.

Nel battesimo di Gesù il nostro battesimo

Matteo, a differenza di Marco e Luca, riporta le parole del Padre in terza persona: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (3, 17). Sono parole rivolte non a Gesù ma alla comunità cristiana, a noi. È l’invito a riconoscere Gesù come Figlio di Dio, ad accoglierlo, ad accettare che penetri nella nostra vita e l’assuma su di sé.

Grazie al battesimo di Gesù anche nel nostro battesimo si aprono i cieli, scende lo Spirito e il Padre ci rende figli suoi.

Come Gesù, lungo tutta la sua vita, fu condotto dallo Spirito Santo, così lo Spirito diventa anche in noi luce e si fa nostra guida, e infonde forza e amore perché possiamo compiere il nostro “santo viaggio” e attuare in pienezza il disegno che di Dio ha su ciascuno di noi.

Anche a noi, come a Gesù, il Padre ripete: Tu sei il mio figlio prediletto. Le acque del battesimo, santificate dalla discesa di Gesù e dallo Spirito, ci rigenerano veramente figli e figlie di Dio. «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù – ci assicura l’apostolo Paolo –, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo» (Gal 3,26-27). Anche noi, in Gesù, grazie allo Spirito mandato nei nostri cuori, possiamo rivolgerci a Dio e chiamarlo Abba, Padre, quali veri figli (cf Gal 4, 6).

Tutti figli di un unico Padre, tutti un solo figlio di Dio nell’unico Figlio, dove «non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 28). Nasce la comunità cristiana, con la stessa missione del Figlio di Dio, rendere tutti fratelli e sorelle attorno all’unico Padre, nell’unità trinitaria.

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