mercoledì 15 gennaio 2025

P. Jean Drouart, chi lo ricorda ancora?


P. Jean Drouart, chi lo ricorda ancora? Un grande Oblato. Sulla rivista “Oblatio” pubblico lo schema di un ritiro che ha dato verso la fine della vita. Questo mi ha offerto l’occasione di ripercorrere il suo cammino.

Nato il 16 agosto 1911 in Francia, emise i voti temporanei il 15 agosto 1929, rinnovati anche durante il servizio militare in Siria (1933). Interessanti le note redatte dal suo superiore poco dopo l’ordinazione sacerdote a Roma il 14 luglio 1935:

«Padre Drouart (...) è un lavoratore assiduo, sempre di buon umore; ha modi educati, veste in modo pulito e senza fronzoli: un gentiluomo; energico, gentile, calmo, piacevole: buon carattere; intelligenza superiore alla media, acuta, penetrante; si esprime facilmente con un linguaggio corretto, chiaro, semplice; giudizio giusto ed equilibrato, tatto nei rapporti; grande spirito di fede, pietà sincera e profonda; compagno pieno di premura e delicatezza; è molto stimato ed esercita una grande influenza sui suoi compagni, un'influenza che sa rimanere discreta; modello di regolarità e di sottomissione; è un ottimo religioso; soggetto d'élite».

Durante la guerra del 1939-1945 fu mobilitato e internato in Germania. Nel 1947 fu chiamato a Roma come Superiore dello Scolasticato Internazionale. Trascorse praticamente il resto della sua vita alla casa generalizia: superiore dello Scolasticato dal 1947 al 1954, assistente generale dal 1953 al 1966, segretario della segreteria informativa nel 1967-1972. Per un breve tempo è stato maestro dei novizi a Sarita, in Texas, (1972-1973) e ha trascorso il resto della vita viaggiando come animatore spirituale per ritiri, sessioni di studio, esercizi spirituali, soprattutto nei noviziati e negli scolasticati della Congregazione.

Sempre in viaggio, da un Paese all'altro - parlava francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco, portoghese e polacco -, comunicava il suo entusiasmo con la massima semplicità e un grande spirito di preghiera. La sua pazienza e la sua resistenza sembravano illimitate.

Morì l'11 novembre 1989. Nell'omelia, padre Ernest Ruch delineò tre caratteristiche del padre: «La prima immagine è quella sonora: è la risata schietta e risonante del Padre... La seconda immagine è quella di due occhi che ti guardano con una franchezza quasi ingenua, con una gentilezza disarmante, e allo stesso tempo con una fermezza radicata nella certezza della fede. C'era in quello sguardo la continua meraviglia di un bambino, l'entusiasmo della giovinezza e tutta la saggezza di una grande maturità frutto di preghiera... Terza immagine: padre Drouart durante la meditazione del mattino o la preghiera della sera. Immobile, senza un libro, senza una parola, in ascolto del Signore. È da qui che traeva la sua gioia, la sua saggezza e la sua instancabile gentilezza e disponibilità. Nella sua guida spirituale non mancava mai di sottolineare l'importanza fondamentale della contemplazione silenziosa».

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