In genere quando leggo un libro salto, l'introduzione,
perché mi piace avere il contatto diretto col testo. Leggo il libro e poi,
eventualmente, quando già sono entrato nella realtà del libro, vado a leggere
l'introduzione. Ecco: la Regola di una famiglia religiosa è un'introduzione al
Vangelo; per cui a me piace subito leggere il Vangelo e poi andare a leggere
l'introduzione, la regola. Se uno compra un libro e si ferma all'introduzione
ha perso il cento per cento del libro. Così una regola è una spiegazione del
Vangelo, un'introduzione nel Vangelo: la regola ti accompagna perché tu possa
entrare dentro la realtà del Vangelo; quindi, è un assurdo dare tanto valore
alla regola e poi dimenticarsi a cosa serve la regola.
Dopo il Concilio c'è
stato un grande lavoro per rinnovare le regole, gli statuti. Si è impiegato
moltissimo tempo: commissioni, studi... e poi alla fine, dopo tutto questo lavoro,
la regola esce e la si mette nel cassetto. Questo è un rischio molto grosso.
Non mi pare che oggi ci sia una supervalutazione della regola, anzi, c'è una
dimenticanza della regola. Noi oblati di Maria Immacolata, nel 2026, faremo 200
anni dall'approvazione pontificia della nostra regola e già da adesso abbiamo
cominciato a metterci in attenzione della regola, a riprenderla in mano, a
rileggerla, a commentarla fra di noi, a comunicarci che cosa ci dice. Mi sembra
che sia importante riprendere in mano la regola.
Ne ho parlato in una intervista per l'Università Popolare Mariana...
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