Questa mattina ho scritto un ultimo pensiero che ho inserito nel libro sulla vita consacrata che ho appena concluso:
Come la depressione
atmosferica attira la pioggia, anche il “vuoto” che possiamo sperimentare
attira l’amore misericordioso di Dio, che si fa vicino, e condivide la nostre
carenze e debolezze per immettervi la pienezza della sua vita.
Con l’apostolo Paolo
ognuno di noi può proclamare la sua stessa fede: «Cristo mi ha amato e da dato
se stesso per me» (Gal 2, 20). Mi ha amato proprio perché sono insignificante,
più ancora infedele e peccatore. È più grande e più vero il suo amore della mia
debolezza.
Tale proclamazione di
fede l’apostolo Paolo la pone anche sulla bocca di tutta la sua comunità, della
Chiesa intera: «Cristo vi ha amato e ha dato la sua vita per noi» (Ef 5, 1).
Questo plurale può
ripeterlo l’intera vita consacrata nella sua dimensione ecclesiale. Proprio
perché debole, povera, inadeguata, è oggetto dell’amore di Dio manifestato in
Cristo Gesù. Sapersi amati così come si è, perché si è così, infonde gioia,
pace, sicurezza.
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