sabato 29 giugno 2024

Alzati e cammina

“Alzati e cammina”, aveva detto al paralitico. Aveva preso per mano la suocera di Pietro e l’aveva fatta alzare dalla sua infermità. Lo stesso con il ragazzo paralitico. Questa volta è diverso. Stesse parole, stesso gesto, ma la bambina che gli sta davanti è ormai morta. Si può guarire un ammalato, ma dare la vita a un morto?

Da Gesù era appena uscita una “forza” che aveva risanato la donna ammalata da dodici anni; forza capace di tutto, di sedare le tempeste, di guarire ogni sorta di malattie e infermità, di vincere e cacciare il diavolo; forza capace di annientare la morte e ridare la vita.

“Non temere”, sussurra al papà a cui è annunciata la morte della figlia. Quale annunciò più straziante, disperazione più grande? L’ha ripetuta tante volte questa parola, “non temere”. La prima volta ad Abramo, quando si sentiva solo e scoraggiato, poi ad Isacco, a David, a Elia ogni volta che le avversità e le prove si abbattevano su di loro e li lasciavano nello sconforto e nella disperazione. La ripete ai discepoli spauriti e scoraggiati: “Non temere, piccolo gregge…”.

La ripeterà anche a noi? Una difficoltà, un compito superiore alle nostre forze e capacità, un fallimento, un incidente, una malattia, una morte… Ci assale la paura, l’angoscia ci attanaglia. Cosa fare, come fare? Ed ecco la sua voce: “Non temere, soltanto abbi fede”. È la nostra certezza. Con lui tutto è possibile.

È morta di nuovo la bambina dodicenne, forse in età avanzata, dopo aver potuto narrare per tanti anni la sua storia. Ma la sua risurrezione è il segno della nostra risurrezione, di quella forza di Gesù che ci porta al di là delle inquietudini, dei mali e della morte, nella pienezza della vita vera, che non finisce mai.

 

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