“Nei giorni
che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito,
fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il
diluvio e inghiottì tutti”
Così il Vangelo
della prima domenica di Avvento.
“Non si accorsero
di nulla”. Un evento straordinario stava per accadere sulla terra e loro erano
tutti intenti in attività importanti, ma non nell’unico necessario; presi dalle
molte cose, paghi degli affari ordinari, con gli occhi bassi, senza mai alzare
lo sguardo verso l’altro e senza capire il perché del loro giusto affannarsi.
Così al tempo di
Noè, così oggi.
Siamo tutti
sempre di corsa, occupati in mille iniziative, intenti a costruire la nostra
città terrena. Così dobbiamo fare (a parte la corsa!) in obbedienza al comando
delle origini: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
soggiogatela…”. Dobbiamo mangiare e bere, prendere moglie e marito… Quello che
spesso dimentichiamo è “perché”. Sarebbe come se, durante un viaggio,
dimenticassimo la meta e ci perdessimo per strada.
Tutto ha un
senso, una direzione, un fine, una meta: l’incontro con Dio.
Ogni gesto, ogni
azione, un passo che ci avvicina a Lui. Camminiamo godendo delle piccole gioie
che dissemini lungo la strada, ma senza fermarci ad esse. Compiamo con impegno
(o almeno vorremmo) il lavoro da svolgere, attenti che tutto sia amore e
donazione, ma per prepararci all’incontro con Dio, così da non arrivare a mani
vuote. Perché quell’incontro ci sarà, anche se non sappiamo quando e come. Ci
ha fatti per quello, viviamo per quello.
Oggi inizia
l’anno liturgico, parabola del cammino della nostra vita e di quella della
storia di tutti i tempi. Fin dai primi passi dovremmo sapere dove stiamo
andando. Il Vangelo ci sveglia, ci inviti a rimanere attenti a quello che sta
per accadere, così da essere pronti per la venuta del Signore.
Pronti? Lo saremo
mai? Forse basta tenere acceso il desiderio di quell’incontro, l’attesa trepida
e impaziente, l’adempimento di quanto Egli ci chiede di compiere, momento per
momento, la preghiera che, fin dal primo secolo, fioriva sulle labbra dei
cristiani: “Vieni, Signore Gesù”.
Vieni,
Signore Gesù,
l’Alfa e
l’Omega,
il Primo e
l’Ultimo,
il Principio
e la Fine.
Vieni,
Signore Gesù,
speranza
sempre viva,
attesa inconsapevole
di ogni
creatura.
Sì, vieni,
vieni presto.