Oggi non
è più come una volta, come all’inizio del secolo [1900] quando le missioni
erano qualcosa che riguardava solo alcuni cristiani. C’erano i missionari che
erano delegati a compiere questa attività nelle “terre lontane”. Un’attività
che restava ai margini della vita ecclesiale, poco inserita nella Chiesa
locale.
Oggi la
Chiesa, tutta la comunità locale, tutti i cristiani, hanno ormai preso maggiore
coscienza che la missione è un fatto che la riguarda in prima persona. Tutta la
Chiesa, come sentiamo sempre ripetere, è missionaria.
Perché è
nata questa nuova coscienza missionaria? e cosa vuol dire che ogni cristiano è
missionario, che tutta la Chiesa è missionaria?
Ci siamo
accorti che i cosiddetti paesi di missione non sono più soltanto l’Africa o
l’Asia, ma anche la nostra Europa, questa nostra Italia, le nostre città, le
nostre borgate.
Tanta gente
che ci è vicina, che conosciamo, ha abbandonato Dio, non vuole più saperne
della Chiesa, non conosce più Gesù, non sa più cos’è il Vangelo.
Non
importa andare molto lontano per trovare gente pagana o gente ancora peggiore
dei pagani, perché questa nostra società, volendo fare a meno di Dio, diventa
disumana: perdendo Dio perde anche il senso dell’uomo:
- allora
ecco il triste spettacolo dei giovani sbandati, drogati, senza lavoro
- le
famiglie che si sfasciano con sempre maggiore facilità
- la violenza
che diventa un fatto sempre più normale
… non
importa continuare l’elenco, basta vedere il telegiornale che è diventato come
un bollettino di guerra.
Se ci
guardiamo attorno io penso che proviamo gli stessi sentimenti provati da Gesù
quando era circondato dalla folla: Ebbe compassione di loro – dice il Vangelo –
perché gli sembravano un gregge sbandato senza pastore.
Cosa ha
fatto Gesù davanti a queste folle? Le ha amate e ha capito che c’era un modo
solo per salvarle: quello di dare la vita per loro.
Il Padre
lo ha mandato nel mondo proprio per rinnovare dal di dentro il mondo. “Il Padre
ha tanto amato il mondo…”.
Tutta
l’umanità è come quella cieca di cui ci parla il Vangelo: Gesù è la LUCE. È venuto
in mezzo a noi, si è fatto uomo per stare con noi… Si è fatto uno con noi, in
tutto simile a noi.
Non ha
avuto paura di entrare in contatto con tutti, buoni e cattivi. Il Padre l’aveva
mandato per ogni uomo. Ogni uomo è candidato ad incontrarsi con Cristo, ad
essere salvato da lui. Si è talmente messo a nostro servizio per comunicarci la
sua luce, che lui si è fatto tenebra per noi.
La
missione di Gesù è quindi questa: il Padre lo ha mandato a salvare ogni uomo.
Gesù ha compiuto la sua missione mettendosi a servizio di tutti, si è fatto
servo, schiavo, fino a dare la vita per noi, perché noi fossimo liberi,
avessimo la luce…
Noi cristiani,
cioè altri Cristo, dobbiamo continuare la missione di Gesù.
Lui è la
luce, ma a noi ha detto la stessa cosa: voi siete la luce del mondo.
Poi ha
detto: Come il Padre ha mandato me, cos’ io mando voi.
Allora
vuol dire che noi dobbiamo ripercorrere le stesse strade che ha percorso Gesù.
E potremmo dire: Gesù ama tanto il mondo da mandare ciascuno di noi perché
attraverso di noi il mondo abbia la vita.
Noi =
incarnazione, date la vita, farsi uno…
Non avere
paura del mondo, del mondo che vediamo attorno a noi, ma sentirci mandati in
questo mondo, per amarlo, per salvarlo. Amare ogni persona che incontriamo e
vedere in essa un candidato a diventare Cristo, un altro Cristo: dobbiamo far
nascere Cristo nelle anime che incontriamo, dobbiamo nutrirle, farle crescere…
Questo ci
farà chiudere l’orizzonte non solo nell’ambito della nostra borgata? No!
Assolutamente, perché se guardiamo il mondo con gli occhi di Cristo col cuore
di Cristo, spazieremo per l’universo intero. Gesù non si è spostato dalla
Palestina, ma ha dato la vita per tutti gli uomini e ai suoi discepoli ha
comandato: andate in tutto il mondo.
Così
tanti di noi non andranno mai fuori di Roma, fuori dell’Italia, tanti di noi
saranno chiamati a fare i missionari in mezzo ai pagani della nostra città, con
un cuore cattolico e universale. E ci sono alcuni a cui Gesù continua a dire,
come ai suoi discepoli: andate in tutto il mondo.
E questi
vanno come Gesù. Come Gesù uscì dalla sua patria, il Paradiso, e si è fatto
cittadino di un’altra terra, questo nostro pianeta, così ci sono uomini, donne,
giovani, che escono dalla propria terra e vanno a farsi africani con gli
africani, asiatici con gli asiatici, a farsi tutto a tutti, come diceva Paolo, per conquistare qualcuno a Cristo
Oggi
prendiamo coscienza in modo rinnovato della nostra comune vocazione missionaria:
di essere mandati cioè da Cristo in mezzo alla nostra gente per essere luce del
mondo, sale della terra, lievito nella pasta, per dare la vita, nell’amore, ad
ogni persone che incontriamo e così comunicare la vita che è in noi, Cristo
stesso, a questo nostro mondo che va verso la morte.
Nello
stesso tempo oggi prendiamo coscienza che ci sono alcuni di noi cristiani a cui
Cristo dice di andare altrove, fuori della propria patria, della propria terra,
fino ai confini del mondo, ad annunciare a chi ancora non la conosce, la buna
novella, a dire cioè che c’è un Dio che ci ama, che ci libera, che ci salva.
Preghiamo
allora per chi già ha lasciato la sua patria per andare là dove Cristo lo ha mandato,
e preghiamo perché ci siano sempre tanti giovani pronti, disponibili a lasciare
tutto per Cristo e per i fratelli, se Dio glielo chiede.
(Note per
l’omelia a san Marcellino, sulla Casilina, Vigilia della Giornata Missionaria
Mondiale, 23 ottobre 1982)