La casa dove sono nati gli Oblati nel 1816 è un antico Carmelo, costruito nel 1628. Al tempo della Rivoluzione le 18 suore presenti furono mandate via e il convento venduto ai privati. Quelle che provenivano dalla città furono accolte dalle rispettive famiglie, le altre da amici. Dopo 28 anni, le sei suore rimaste ripresero il Carmelo di Rion.
Comprato il convento, i Missionari di Provenza murarono
alcune delle pietre sepolcrali delle religiose su una parete dell’antico
chiostro e sant’Eugenio stabilì che ogni anno, il giorno dei morti, la comunità
andasse a pregare solennemente davanti a queste lapidi…
Chissà come vivevano le Carmelitane… C’è una bella storia
che ci fa intravedere qualcosa della loro vita. La racconta il Codice
storico del Carmelo di Aix:
«Un giorno, Monsieur de Baurens de Brue, padre di Madre Enrichetta di Gesù, ebbe l'opportunità, durante un viaggio, di incontrare una piccola schiava. Su sua richiesta, accettarono di vendergliela. Era nata in Turchia. A causa di un pericolo imminente, la sua famiglia dovette abbandonare la casa e fuggire durante la notte. Furono tutti dispersi durante la fuga e la bambina si ritrovò sola con la madre e un fratello minore. Il bambino fu ucciso da coloro che avevano appiccato il fuoco alla loro casa. Poco dopo, la madre fu rapita e la bambina non seppe mai quale destino le fosse stato riservato. Incontrando il presidente De Brue passò dalla schiavitù alla libertà.
La moglie di questo coraggioso cristiano, degna figlia della santa Madame d'Oppède, adottò questa bambina musulmana, desiderando condurla rapidamente alla Santa Chiesa cattolica. Sebbene molto attaccata alla sua religione, la bambina si lasciò istruire e chiese il battesimo. Il sacramento le fu solennemente conferito nella cattedrale di Saint-Sauveur dal vescovo Charles de Villeneuve de Vence il 3 maggio 1694. La piccola Teresa era felicissima di essere diventata cristiana; il suo padrino Monsieur de Béraud e la sua madrina Madame de Brue condividevano questa gioia.Dopo la sua morte, fu trovato questo biglietto, scritto di suo pugno: "Crederei di mancare al mio dovere di gratitudine se lasciassi le mie madri e le mie sorelle dell'ordine all'oscuro della carità che questa comunità di Aix ha dimostrato verso questa povera donna turca. Mi è stata concessa la grazia di essere accolta per carità, con più riguardo per le grazie che Dio mi aveva dato che per i beni che vi ho portato, poiché avevo solo la buona volontà di essere la serva di tutti... Le mie madri hanno spinto la carità al punto di considerarmi in ogni cosa come una di loro. No, non credo che si possa trovare in nessuna comunità una carità come quella che ho sperimentato in questa."
Che bella lode per il Carmelo di Aix! Che lo meriti sempre! Che il Cuore di Gesù riposi in noi come nel santuario da lui scelto e che vi trovi tutta la carità che desidera quaggiù!»,