Questa
volta la Novena di Natale, sul tema del presepe, la faccio io con il “Canovaccio per una recita di bambini”
Tanti anni fa, in una città chiamata
Betlemme, vivevano un bue e un asino. Di giorno lavoravano nei campi e quando
veniva la sera il padrone li conduceva nella stalla dove passavano la notte.
Asino:
Che bella giornata, oggi. Ho corso su e giù per le colline. Mi fa bene l’aria
aperta. La respiro con la testa all’insù. Mi sento un re.
Bue:
A me invece piace stare tranquillo, sdraiato per terra a mangiare lentamente.
Asino:
Pensi sempre a mangiare. Anche adesso che è scesa la notte rumini come un bue.
Bue:
Ma io sono un bue, un bue pacifico, non sono come te, sempre agitato. Vuoi
stare fermo un attimo, cos’hai, sembri proprio un somaro.
Asino:
Ma io sono un somaro. Cosa ho fatto di male per stare con te. Con quelle corna
ridicole, sei proprio un bue.
Bue:
Saranno belle le tue lunghe orecchie d’asino, sei proprio un somaro.
Padrone: Volete stare un po’ zitti? Che avrete da litigare sempre
come cane e gatto?
Asino:
Hai sentito il padrone? Cane e gatto? Noi siamo bue e somaro.
Bue:
Va bene, d’ora in avanti si cambia proverbio, si litiga come bue e somaro.
Il padrone uscì sulla porta, la lasciò
aperta e si fermò un attimo a guardare il cielo.
Che cielo stellato, quella notte. Non
si erano mai viste tante stelle come quella notte.
Dal fondo della stalla anche l’asino
scorse un angolino di cielo.
Asino:
Hai visto quella stella laggiù come brilla? È una stella cometa.
Bue:
Non fare il poeta. Adesso anche le stelle. Pensa a mangiare prima di dormire.
Asino:
La vuoi smettere di fare il bue? Alza un po’ quel faccione e guarda fuori.
Bue:
Lasciami in pace.
Asino:
Con te non si può proprio ragione, sei un testone.
Padrone: Ricominciate a litigare? Proprio cane e gatto.
Il padrone chiuse la porta e se ne
andò.
I due non si parlarono più, tanto era
inutile, tutto finiva in discussione. Proprio due caratteracci, opposti,
incompatibili.
- Ma chi ci ha messo insieme? Pensò
l’asino.
- Ma perché ci hanno messo insieme?
Pensò il bue.
Non era passato molto tempo che la
porta si aprì di nuovo.
- Avanti avanti, entrate pure – disse
il padrone. Lo so, questo alloggio non è un gran che ma almeno starete
all’asciutto. Prego prego accomodatevi, qui c’è della paglia pulita, potete
distendervi, fate come foste a casa vostra.
- A casa vostra, mormorò il bue
continuando a ruminare, chiamala casa!
- Entrate pure come fosse la vostra
stalla, sillabò l’asino facendo il verso al padrone.
- Ma cosa dice il padrone, questa è
casa vostra? Questa è casa nostra. Si stava già stretti in due, ora siamo in
quattro….
- Chi sono questi due poveri diavoli
intirizziti dal freddo? Domandò il bue.
- Giovani e poveri, sentenziò l’asino.
Asino:
Mi pare che qui sta per nascere un bambino.
Bue:
Le cose si mettono male, pensa agli strilli del bambino.
Asino:
Ci toccherà passare la notte in bianco.
Bue:
Non chiuderemo occhio.
Asino:
Per te sarà un grande problema, visto gli occhioni grandi che ti ritrovi, pio
bove.
Bue:
Il problema sarà tuo, con quelle orecchie d’asino che ti ritrovi sarai
frastornato dai vagiti.
Asino:
Questa proprio non ci voleva. Domani ci aspetta il lavoro.
Bue:
Gliene direi quattro al padrone, questa è la nostra stalla, perché ha portato
dentro questi intrusi?
Asino:
Guarda com’è bella la mamma.
Bue:
Guarda che bell’uomo è il papà.
Asino:
Guarda com’è bellissimo il bambino.
Bue:
Ti danno fastidio i suoi strilli?
Asino:
Macché strilli, non senti che è un canto?
Bue:
No, sono strilli.
Asino:
No, è un canto. Ma ascolti con le corna invece che con le orecchie?
Asino:
E se invece di riprendere a litigare pensassimo a riscaldare il bambino?
Bue:
La notte è proprio fredda.
Asino:
Fammi sentire il tuo alito. Va bene, non ha il solito cattivo odore.
Bue:
Senti chi parla, boccuccia di rosa.
Asino:
Basta, cominciamo a scaldarlo col nostro respiro.
Bue:
Almeno per una volta facciamo qualcosa di buono insieme.
Asino:
Hai visto? Si è addormentato.
Bue:
Sembra stia bello caldo.
Asino:
Allora passiamo la notte così, con lui in mezzo a noi?
Bue:
Tra il bue e l’asinello…
Asino:
Che non sono più cane e gatto.
Bue: Siamo il bue e l’asinello di Gesù.
Asino:
Strano, mi sei simpatico, non ti avevo mai visto così.
Bue: Ci ha fatto fare amicizia.
Asino:
Il bue e l’asinello di Gesù.