Questa sera Roma mi aspettava con un tramonto a tutto sole.
Lo stesso che mi aspettava venerdì sera quando sono arrivato a Lussemburgo.
Un viaggio un po’ lungo perché l’attesa del cambio di aereo a
Monaco è stato di parecchie ore. Ma quando all’aeroporto c’è qualcuno che ti
aspetta il viaggio è proprio a lieto fine. E ad aspettarmi c’erano marito e
moglie che non conoscevo ma che mi conoscevano. Due libanesi ormai da tanti anni
a Lussemburgo. Quando entro in macchina e vedo dietro i seggiolini per i
bambini capisco subito che, benché siano andati in pensione da poco, sono al
lavoro come nonni, anche se fanno tante altre cose…
Approfittiamo degli ultimi raggi di sole per una passeggiata
in centro: o adesso o mai più! Che bella città! La città bassa lungo il fiume e
la città alta sui contrafforti rocciosi, tutto circondato dalla decorazione
tutta mossa delle mura. La cattedrale è un incanto. Sul fondo l’immagine della
Madonna della consolazione degli afflitti: sono venuto per lei, per preparare i
400 anni del pellegrinaggio che si rinnova fedelmente ogni anno.
Il giorno dopo – è sabato! – parlo di Maria in una sala
luminosissima. Ci sono più di cinquanta persone. Parlo in francese con traduzione
in lussemburghese (nella mia ignoranza non sapevo che ci fosse anche questa lingua,
ma che Granducato sarebbe senza una sua lingua?).
Il vecchio arcivescovo è in prima fila. “Posso fermarmi soltanto
un momento”… e poi rimane fino alla fine. La cosa più bella: la condivisione di
esperienze, le domande, il dialogo… Cos’è questa gioia che tutti ci avvolge?
Che sia il segno della presenza di Gesù tra noi? La gioia continua a pranzo nel
focolare femminile, dove ho anche cenato la sera prima. Ritrovo vecchie
conoscenze con le quali abbiamo vissuto la nostra buona battaglia…
Il pomeriggio via a Lovanio e passo al focolare maschile. La
mattina presto accompagno dal fornaio: una delle cose che cerco di non omettere
mai quando vado per la prima volta in una città è mettere piede in un
panificio, il negozio più bello e profumato, sempre diverso e sempre in grado
di farmi gustare qualcosa di nuovo.
Ma eccomi finalmente all’università! Papa Francesco è venuto da poco per celebrare i 600 anni dalla sua fondazione. In una grande aula, questa volta ci sono più di centro persone. In maniera molto simpatica mi presentano il Belgio con la sua storia e le sue caratteristiche. Seguono alcune esperienze semplici e profonde. Io come al solito dico le solite cose e questa volta traducono in fiammingo! Il pranzo a sacco, in piccoli gruppi, si rivela un momento di festa e di scambio profondo; non lasceremmo mai il grande salone...
Nel pomeriggio sento recitare, sempre in fiammingo, un mio
pezzo teatrale. E come in Lussemburgo un dialogo serrato con tante domande…
Anche qui la gioia ha qualcosa di speciale. Sono persone un po’ riservate,
eppure tradiscono una gioia profonda, come se si fosse risvegliato qualcosa di
vivo dentro. Mi giunge un solo messaggio, ma significativo:
“Penso che hai costruito alle fondamenta della nostra vita,
rinvigorendole, in modo che la vita diventi più solida per avere Gesù in mezzo
che risuscita. È un’avventura grande, affascinante che possiamo scoprire ogni
giorno”.
Terminiamo all’imbrunire, c’è ancora un momento per due
passi veloci in questa antica città. Sono belle le strade, le piazze, le case
di mattino rossi, con lo stile tipico di questi Paesi Bassi. La cattedrale e il
municipio sono monumenti imponenti. Resto incantato dal beghinaggio, una
autentica cittadina all’interno della città, circondata da mura, attraversata
dai canali… Un intrico di stradine, cortili e giardini, con le casette tradizionali.
Chissà com’era la vita sette secoli fa in questo mondo tutto al femminile,
abitato dalle beghine, donne nubili o vedevo, laiche, tutte dedite alla vita
spirituale…
Ma forse ciò che più mi è rimasto visitando la cattedrale è stata
la maestà della statua di Maria Sede della Sapienza. Avevo parlato di lei
proprio il giorno prima e me la trovo davanti, così. Non ho potuto non fermarmi
in preghiera davanti a lei…
A notte sono a Bruxelles. Visito subito, dal di fuori, l’immensa
basilica del Sacro Cuore. È già chiusa e non posso entrare, ma mi dicono che
dentro non è granché. È comunque semplicemente maestosa, la quinta chiesa del
mondo per grandezza, in posizione strategica, con tutta la città davanti. Quando
all’inizio del 1900 Leopoldo II la costruì ne affidò la cura pastorale agli
Oblati, forse perché avevano già la chiesa del Sacro Cuore a Montmartre a Parigi.
Questa mattina, prima di riprendere l’aereo, breve visita
alla città, col nevischio e il vento freddo, cominciando dalle istituzioni
della Comunità Europea, fino alla galleria, il municipio...
Tutto veloce, un assaggio appena, perché sono
veduto qua per ben altro. Eppure… anche l’occhio ha avuto la sua parte e non si può non godere delle cose belle.
Tutto veloce, ma quel che resta sono i rapporti, ed questo è il bello!
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