Anche
oggi, seguendo un’antica tradizione, la Famiglia oblata di Roma si è ritrovata
in santa Maria in Campitelli per ricordare il 15 febbraio 1826. Quella
mattinata sarebbe stata decisiva: se i cardinali avessero dato parere positivo,
il papa avrebbe certamente approvato la Regola degli Oblati. Sant’Eugenio era
rimasto d’accordo con l’usciere del palazzo che appena i cardinali avessero
finito lo avrebbe avvertito. L’usciere se ne dimenticò, così sant’Eugenio se ne
rimase tranquillo ad ascoltare le famose nove messe, fino all’una! Intanto però
il parere dei cardinali era stato positivo. Due giorni dopo giunse
l’approvazione di Leone XII.
La
riunione si tenne nel palazzo davanti alla chiesa, dove abitava il cardinale
Bartolomeo Pacca, che oggi riposa a destra del transetto della chiesa in un bel
mausoleo.
Anche
oggi l’ho ringraziato!
Di
antica famiglia patrizia (Benevento 1756 - Roma 1844), Pacca, grazie alla passione per le
lettere e per la storia, fu ammesso, giovanissimo, all’Accademia
dell’Arcadia. Fu nunzio pontificio a Colonia, a Monaco e a Lisbona dove nel 1801
ricevette la berretta cardinalizia. Entrati i francesi a Roma nel 1808 fu
chiamato alla carica di prosegretario essendo il Card. Consalvi, segretario di
stato, forzatamente dimesso. Fu poi arrestato con Pio VII, dopo l’assalto al
Quirinale del 6 luglio 1809, e subì una dura prigionia nel forte di Fenestrelle
(Pinerolo). Nel 1813 poté riunirsi a Pio VII e fu di nuovo prigioniero in
Francia. Il Papa lo volle a suo fianco nel giorno del suo ritorno trionfale
a Roma, il 24 maggio 1814. Di nuovo in esilio con il Papa a Genova, quando
durante i 100 giorni di Napoleone, Murat invase lo stato pontificio (marzo
1815).
L’apporto
del Cardinale Pacca all’approvazione delle Regole degli Oblati è stato
determinante. Basta ricordare che lo stesso Leone XII lo scelse come il
Cardinale “più mite della Congregazione”, per permettere una facile
approvazione delle Regole. Ed è il Pacca che ottiene dal Papa il 18 gennaio
1826 la semplificazione delle formalità abituali riducendo da sette a tre i
cardinali esaminatori. Gli altri due cardinali, che si riuniscono nel suo
palazzo di fronte S. Maria in Campiteli, dove il Fondatore è in preghiera,
erano Pedicini e Palletta.
Nel suo
Diario (11 luglio 1845) il Fondatore rivelerà in seguito che il Card. Pacca nel
1825-26 aveva proposto a Leone XII di crearlo cardinale, ma Eugenio aveva
rifiutato per dedicarsi completamente all’evangelizzazione dei poveri. Nel 1845
andò a pregare sulla sua tomba nella Chiesa in Monticelli, dove era stato
sepolto prima di essere traslato in Santa Maria in Campitelli.
Nessun commento:
Posta un commento