Prima i
bambini, poi i ragazzi, poi i giovani e oggi gli adulti. San Giovanni in
Laterano, San Pietro, San Paolo, e oggi Santa Maria Maggiore. Così vivo e
faccio vivere il Giubileo.
Racconto
di storia, di arte, di spiritualità, perché è tutto intrecciato, umano e
divino, passato e presente. Sono monumenti vivi, che parlano ancora dopo centinaia
di anni, e continuano a narrare cose sempre belle.
Mi
dispiace solo che il presepe di Arnolfo di Cambio l’abbiano tolto dalla basilica
e confinato nel museo. L’aveva scolpito nel 1291, su commissione del primo
papa francescano. Erano passati meno di settant’anni da quando san Francesco aveva
ideato il presepe “vivente” a Greccio.
Il capolavoro d’arte e di fede di Arnolfo di Cambio rilegato in un museo! Ma non è nato per stare in un museo, è nato ma per stare in basilica, oggetto di contemplazione e di preghiera dei fedeli, non per la curiosità dei turisti.
Io continuo
a portarmi in cuore ognuno dei personaggi di quel presepe e non so in quale di
essi vorrei identificarmi. In Giuseppe, con le mani saldamente appoggiate sul
bastone, fedele al suo posto, in gioiosa e semplice contemplazione?
Nell’ammirazione dei due Magi riccamente vestiti che stanno parlando tra di
loro, forse scambiandosi le prime impressioni nel trovarsi davanti a un re
bambino che va al di là delle aspettative? In quello inginocchiato, la testa sollevata,
che non toglie lo sguardo dal Bambino? Oppure semplicemente nel bue e nell’asino
che, estranei, si sentono comunque protagonisti? Vorrei essere ognuno di loro.
Per
favore, riportate il presepe in basilica: è nato per stare lì, per tutti! È la basilica del presepe, che conserva i resti della culla di Betlemme. E fatecela vedere la scena di quel presepe!
Nessun commento:
Posta un commento