Il mio servizio di “guida” mi ha portato oggi alle catacombe. Ho così ricordato il "Patto delle Catacombe" che 60 anni
fa fecero una quarantina di padri conciliari, pochi giorni prima della chiusura
del Concilio Ecumenico Vaticano II. Lo firmarono nelle catacombe di Domitilla il
16 novembre del 1965 al termine di un celebrazione eucaristica. Fa impressione
rileggerlo oggi, dopo tanti anni. Solo qualche riga iniziale del lungo documento:
Noi, vescovi riuniti nel Concilio Vaticano II, illuminati sulle
mancanze della nostra vita di povertà secondo il Vangelo…; in unione con tutti i
nostri Fratelli nell'Episcopato, contando soprattutto sulla grazia e la forza di
Nostro Signore Gesù Cristo, sulla preghiera dei fedeli e dei sacerdoti della nostre
rispettive diocesi; … ci impegniamo a quanto segue:
Cercheremo di vivere come vive ordinariamente la nostra popolazione
per quanto riguarda l'abitazione, l'alimentazione, i mezzi di locomozione e tutto
il resto che da qui discende.
Rinunciamo per sempre all'apparenza e alla realtà della ricchezza,
specialmente negli abiti (stoffe ricche, colori sgargianti), nelle insegne di materia
preziosa (questi segni devono essere effettivamente evangelici). Né oro né argento...
Rifiutiamo di essere chiamati, oralmente o per scritto, con nomi
e titoli che significano grandezza e potere (Eminenza, Eccellenza, Monsignore…).
Preferiamo essere chiamati con il nome evangelico di Padre...
Bellissimo! Abbiamo da imparare!
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