Festa di Santa Teresa di Gesù. Nel ritiro che sto guidando
questi giorni sul tema della preghiera questa festa non poteva cadere più
appropriata. Come ricordava Benedetto XVI, Teresa “ci insegna a sentire
realmente la sete di Dio che esiste nella profondità del nostro cuore, questo
desiderio di vedere Dio, di cercare Dio, di essere in colloquio con Lui e di
essere suoi amici”.
Mi sono soffermato sulla sua notissima “definizione” della
preghiera che giunge alla fine di una calorosa raccomandazione:
“Posso dire soltanto quello che so per esperienza: cioè che chi
ha cominciato a fare orazione non pensi più di tralasciarla, malgrado i peccati
in cui gli avvenga di cadere. Con l’orazione potrà presto rialzarsi, ma senza di
essa sarà molto difficile. (…) Se il nostro pentimento è sincero e proponiamo di
non più offenderlo, Egli ci accoglie nell’amicizia di prima, ci fa le medesime grazie
di prima, e alle volte anche più grandi, se la sincerità del pentimento lo merita.
Chi l’ha cominciata [l’orazione] non la lasci; e chi non l’ha cominciata, io lo
scongiuro per amor di Dio a non privarsi di tanto bene; se persevera io spero nella
misericordia di quel Dio che nessuno ha mai preso invano come amico; giacché l’orazione
mentale non è altro – per conto mio – che un rapporto d’amicizia,
intrattenendosi molte volte a tu per tu con Colui sappiamo che ci ama” (Vita
8, 5).
- è un “intrattenersi”, uno stare insieme, coltivare un rapporto… “L’anima s’immagini di trovarsi dinnanzi a Gesù Cristo, conversi spesso con Lui, cerchi di innamorarsi della sua Umanità, tenendola sempre presente, di parlare con lui…” (Vita, 12,2); “Se ne stia lì con Lui, in silenzio. Se si può, occupi il pensiero nel guardare che Cristo lo guarda, e fargli compagnia, parlargli, supplicarlo…” (Vita, 13,22).
- “con Colui che sappiamo che ci ama”: è il presupposto e in
fondamento di ogni preghiera, credere di essere amati da un Dio vicino, che per
primo desidera avere un rapporto con noi, intrattenersi con noi da vero amico.
- è un rapporto “d’amicizia”: “Trattate con Lui come con un padre o un fratello, come con un signore, come con uno sposo; una volta in un modo e una volta in un altro” (Cammino, 28, 3). “Tutto si può sopportare con un amico così buono, con un così valoroso capitano che per primo entrò nei patimenti. Egli aiuta e incoraggia, non viene mai meno, è un amico fedele. (…) Cristo è sempre un buonissimo amico e ci è di grande compagnia, perché lo vediamo uomo come noi, soggetto alle nostre medesime debolezze e sofferenze. (…) Anche questo nostro Signore rimase senza consolazione, solo sotto il peso dei suoi dolori. Non abbandoniamolo, ed Egli ci aiuterà a salire, più che non potremo da noi con ogni nostra diligenza. Se poi si assenterà, sarà perché lo vedrà opportuno, o perché vorrà spinger l’anima a uscire da se stessa" (Vita, 22,6 e 10-11).
- “a tu per tu”: è esperienza di intimità, anche quando si
prega con altri. In quel momento c’è solo Lui e non desidero altro che staccarmi
da tutto ciò che non è Lui. A tu per tu dice intimità, rapporto personale. Si è
davanti a Dio, con la propria anima messa a nudo, nella verità. È il momento in
cui possiamo dirgli tutto quello che abbiamo nel cuore, anche la nostra incapacità
di pregare.
Poi l’altra grande definizione: La preghiera “non
consiste nel molto pensare, ma nel molto amare” (Cammino, 4, 1.7).
In proposito mi viene in mente quando tornavo a casa da mia
mamma ormai anziana e sola. Mi sollecitava a raccontare del mio lavoro, dei
viaggi, degli amici, mentre lei si scherniva dicendo che aveva da raccontare
solo le solite cose. Parlavamo, parlavamo… Poi non c’era più niente da dire e c’era
il silenzi, ma senza disagio. Si stava bene insieme…
Infine un’altra, se così possiamo chiamarla, definizione di
Teresa, che coglie la preghiera nel suo divenire dinamico: “Camminiamo
insieme, Signore: verrò dovunque voi andrete, e per qualunque luogo passerete
passerò anch’io” (Cammino, 26,6).
E non possiamo terminare senza una parola sulla discepola
Teresa di Lisieux, per la quale la preghiera è “Un sussulto del cuore... Un
semplice sguardo al cielo... Un grido di gratitudine e amore...” (Manoscritto
c, 25r)
La più bella incisiva e breve definizione di preghiera data da Santa Teresa d'Avila. Pregare è: pensare in Dio amando
RispondiEliminaChe desiderio IMMENSO DI RICOMINCIARE. DI,LASCIARSI PERDERSI NELLA PREGHIERA...quella che,nasce ora nel tempo presente.
RispondiElimina