lunedì 20 settembre 2021

Nel monastero di santa Maria Maddalena de' Pazzi

 


Sabato scorso ho terminato il mio percorso di santa Maria Maddalena de’ Pazzi andando a visitare il luogo nel quale ha vissuto da monaca e dove è morta: san Frediano in Cestello. Vi era là il monastero di Santa Maria degli Angioli delle Carmelitane, poi passato ai Cistercensi. Soppresso nel 1792 subito dopo divenne sede del seminario diocesano. Ed è proprio un seminarista, Bernardo, che mi accoglie con gentilezza e mi introduce nel grande complesso.



Le vestigia della santa sono ben presenti. Mi attende nel chiostro, con la sua grande statua che lo domina al centro. Poi la cappella dove ricevette l’abito carmelitano e dove fu portata su un lettino, in situazione di salute drammatica, per emettere i voti; dove ebbe tante delle sue estasi… Nel sottosuolo il pozzo e il lavatoio e nel grande corridoio la cella ora trasformata in cappellina.



Le trasformazioni architettoniche sono state così tante che è difficile rivedere gli ambienti del tempo della santa, meno ancora cogliere il senso del divino di cui era pervasa, l’affetto delle sorelle che la circondava, la presenza di cielo che vi si respirava.





Peccato che l’itinerario della santa sia così frammentato. Perché non riportare il suo corpo nella chiesa a lei dedicata in centro città, piuttosto che lasciarlo nascosto in una villa in collina? Perché non attivare percorsi per renderla vicina e lasciare che proclami ancora il suo messaggio di rigenerazione della Chiesa? Una città come Firenze e un Ordine come quello dei Carmelitani potrebbe dare un altro rilievo a questa grande santa.

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