Intervista di Lorenzo Russo
Partiamo dal titolo: “Un magnifico giardino”. Ce lo
potete spiegare?
Elena Del Nero: “L’immagine evocativa, usata da
Chiara Lubich già nel 1950, si riferisce alla Chiesa, nella quale, nel tempo della
storia, sono fioriti i diversi carismi. Ciascuno di essi è prezioso nella sua particolare
bellezza, radicata nella parola evangelica che l’ha ispirato, eppure, insieme,
compongono un’armonia di sfumature, che arricchisce e illumina la Chiesa”.
Il libro si compone di una ricostruzione storica e di una
riflessione teologico-ecclesiale. Cosa comprendono?
Elena Del Nero: “La ricostruzione storica si concentra
solo su due decenni, dalla nascita dei Focolari nel 1943 al 1960, perché si tratta
di anni molto ricchi e densi di documenti e contenuti per il tema preso in esame.
La lettura teologico-ecclesiale spazia invece in una dimensione temporale più
estesa, dilatando lo sguardo fino alla lettura più recente del magistero. In
questo modo, ci sembra, il panorama proposto risulta più ampio e accurato”.
La figura dei religiosi quindi c’è sempre stata
nell’Opera di Maria, fin dalla sua nascita. Qual è il senso della presenza dei
religiosi nel Movimento?
P. Fabio Ciardi: “Ravvivare l’unità nella Chiesa, in
risposta alla preghiera di Gesù: ‘Che tutti siano uno’ (Gv 17,21), era
l’ideale al quale Chiara Lubich si sentiva chiamata. Il suo Movimento continua
questa grande missione di promuovere tra tutti la comunione e l’unità. Che
unità sarebbe se mancassero i religiosi? Essi esprimono la ricchezza
carismatica della Chiesa, tengono viva l’esperienza dei grandi santi. Chiara ha
voluto coinvolgerli nella sua ‘divina avventura’, come ha voluto coinvolgere
tutte le persone, di tutte le vocazioni”.
Che beneficio hanno avuto i religiosi e i loro ordini nel
dialogo con Chiara Lubich e la spiritualità dell’unità dei Focolari?
P. Fabio Ciardi: “Fin dalle origini, religiosi di ordini
diversi sono stati attratti dalla freschezza evangelica testimoniata da Chiara
e dei primi membri del nascente Movimento, che li riportava alla radicalità della
loro scelta: avvertivano un nuovo amore per la propria vocazione, la comprendevano
in maniera più profonda, si sentivano coinvolti in una comunione che richiamava
loro la prima comunità cristiana descritta negli Atti degli apostoli”.
Che effetto ha avuto su Chiara Lubich la vicinanza dei
religiosi fin dall’inizio del Movimento?
P. Fabio Ciardi: “La loro presenza si è rivelata
provvidenziale per Chiara, perché ha permesso di confrontarsi con le grandi spiritualità
cristiane apparse lungo la storia; un confronto che l’ha aiutata a capire in maniera
più profonda la sua stessa vocazione, arricchendola con la comunione dei santi.
‘Via via sembra – scrive pensando ai santi di cui i religiosi sono testimoni –
si siano accostati alla nostra Opera per incoraggiarla, illuminarla, aiutarla’.
Da una parte il rapporto con i santi conferma certi aspetti della vita
dell’Opera di Maria. Dall’altra il confronto con la loro vita e le loro opere
mostra tutta l’originalità di questa nuova contemporanea opera di Dio”.
La presenza dei religiosi nei Movimenti ecclesiali è
fonte di arricchimento reciproco? O si rischia di creare caos e perdita di
identità?
P. Fabio Ciardi: “Nessuna ingerenza nella vita delle
famiglie religiose. Chiara Lubich ha scritto che si accosta ad esse ‘in punta
di piedi’, nella consapevolezza che esse sono ‘opere di Dio’, e con quel
profondo amore che fa scoprire in ognuna di esse ‘la bellezza e quel qualcosa
di sempre attuale’ che custodiscono. Nello stesso tempo essa è consapevole di
un contributo che è chiamata a svolgere: ‘Noi dobbiamo soltanto far circolare
fra i diversi Ordini l’Amore. Si devono comprendere, capire, amare come Si
amano [tra di loro] le Persone della Trinità. Fra essi c’è come rapporto lo
Spirito Santo che li lega, perché ognuno è espressione di Dio, di Spirito
Santo’. È in questa circolazione della carità che ogni religioso approfondisce
la propria identità e può dare un suo contributo specifico all’unità”.
In conclusione, perché leggere questo libro? A chi
raccomandarlo?
“Perché racconta una pagina di storia meravigliosa che fa
comprendere la bellezza della Chiesa. Non è un libro per soli religiosi. È un
libro per chi vuol scoprire una Chiesa tutta carismatica”.
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