mercoledì 15 ottobre 2025

Quella dolce letterina alla regina Maria Amelia...

Gli abitanti di Marsiglia avevano accettato a malincuore la Rivoluzione di Luglio del 1830, che aveva portato sul trono di Francia Luigi Filippo. Per questo il re decise di privare la città della ferrovia e della stazione. Il vescovo de Mazenod sapeva quanto la ferrovia fosse importante, persino indispensabile, per lo sviluppo della città. Difese dunque la sua città e scrisse al re chiedendogli di cambiare opinione. Il re si rifiutò di tornare sulla sua decisione.

Allora il vescovo scrisse alla regina Maria Amelia, che conosceva da oltre 40 anni. Una bella lettera, cordiale, ricordando gli anni giovanili, quando insieme, a Palermo, passeggiavano per i giardini, prendevano il gelato… Una letterina disinteressata e gentile… Alla fine un post-scritto: Non potrebbe mettere una buona parola con suo marito per la questione della ferrovia a Marsiglia…?

Non si sa perché, ma il re cambiò idea. La ferrovia passò per Marsiglia e il municipio, in segno di gratitudine, invitò il vescovo Eugène de Mazenod a benedire la stazione e le prime dieci locomotive l'8 gennaio 1848. Poiché non esisteva alcuna preghiera per la benedizione delle locomotive, egli creò da zero un rituale per l'occasione e padre Lacordaire, che assistette alla cerimonia, espresse la sua ammirazione per la liturgia preparata dal prelato. (Per la verità non benedì proprio tutte le locomotive: saltò quella a cui avevano dato il nome di Lucifero. Il vescovo era buono e misericordioso, ma benedire Lucifero…).

Un aneddoto, un piccolo aneddoto in una storia meravigliosa che ci siamo raccontati oggi sul vescovo Eugenio de Mazenod, un vescovo che aveva a cuore gli interessi, non solo spirituali, della sua gente. In una città nella quale, durante il suo episcopato, la popolazione triplicò, egli seppe moltiplicare le opere sociali, come case per anziani, ospedali, scuole, casa popolari... prestando grande attenzione ad ogni questione che riguardasse il benessere materiale dei suoi diocesani e lo sviluppo industriale di Marsiglia, tempestando in mille modi il prefetto e il governo. Si dice che quando Eugenio morì, il prefetto esclamò: Finalmente, non se ne poteva più! (Intanto, durante il colera del 1837 sindaco e prefetto avevano abbandonato la città e il vescovo, per due mese, fu il solo a organizzare i soccorsi, fino a dispensare i monasteri dalla clausura papale - non ne aveva alcun diritto! – perché anche loro potessero ospitare i malati…)


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