martedì 28 ottobre 2025

San Gens, un nuovo compagno di viaggio

Notte fonda quando parto in pellegrinaggio per San Gens. Quante stelle in cielo! Mi domando come facciano a starsene lassù senza cadere a grappoli qua sulla terra… Parto presto perché nella seconda parte della mattinata ci sono gli impegni del ritiro e per giungere alla meta ci vogliono un paio d’ore di cammino.

Per strada non trovo nessuno… A mano a mano che mi avvicino alla meta appaiono le prime edicole del santo, numerose lungo il cammino, segno della grande devozione che riscuote della regione. C’è anche un’edicola con la statua di san Giuseppe Benedetto Labre, anche lui venuto qua in pellegrinaggio nel 1973.

Finalmente sono al paese di San Gens che fa giorno, anche se ancora non spunta il sole. Quattro belle case in pietra (quattro nel senso di quattro!) e la chiesa, che però è chiusa. Proseguo su un sentiero verso la sorgente miracolosa fatta sgorgare dal santo.

Prima del XV secolo non ci sono documenti storici sulla vita di Saint-Gens. Non è neppure mai stato ufficialmente proclamato santo: è stato proclamato a voce di popolo. Mi rileggo comunque la storia

Gens Bournareau (o Bournarel) nasce a Monteux all'inizio del XII secolo (forse nel 1104), da genitori piccoli pastori contadini. Il suo nome, in provenzale, significa “bello”. La tradizione gli attribuisce una giovinezza esemplare, piena di lavoro e pietà. Mentre pascolava le greggi, predicava la Parola di Dio agli altri pastori. A quel tempo a Monteux, durante la festa di San Raffaele, una processione si recava all'omonima cappella, poi, dopo le preghiere per la pioggia, la gente immergevano la statua nell'acqua del vicino ruscello. Gens si ribellò a queste pratiche e ruppe la statua. Fu quindi scacciato a sassate. Partì senza una destinazione specifica, accompagnato semplicemente da due mucche. Si diresse verso Venasque e infine si fermò in questa valle rocciosa di Beaucet, che allora (un po’ come adesso) era deserta e incolta. Cerca la solitudine, vive del lavoro della terra e prega per la conversione dei suoi concittadini. 

Un giorno, un lupo divora una delle sue mucche. Gens addomestica la bestia e la attacca a fianco dell’altra mucca. È il primo miracolo. Nel frattempo, a Monteux, non cade una goccia di pioggia. La madre di Gens va a cercarlo. Inizialmente Gens si rifiuta di tornare nella sua città natale ma, dopo aver pregato, decide di seguirla. La madre, dopo un simile viaggio, aveva sete e gli chiese da bere. La leggenda narra che, con il dito indice, fece sgorgare acqua e vino dalla roccia situata ai margini della valle. Suo secondo miracolo. Tuttavia, la madre gli chiese di prosciugare la fontana di vino perché sarebbe stata fonte di sventura, mentre la fontana d'acqua era benefica. Gens tornò a Monteux e, dopo una processione intorno al paese, cadde la pioggia. Terzo miracolo. Tuttavia, le usanze pagane tornarono rapidamente a Monteux e Gens cercò invano di condividere la sua fede. Rattristato, tornò definitivamente alla sua vita da eremita nella valle di Beaucet.

Si dice che sia morto il 16 maggio 1127, all'età di 23 anni, disteso nella roccia che aveva scavato e in cui dormiva ogni notte. Gli abitanti di Monteux, in segno di penitenza, tornano ogni anno in pellegrinaggio al santuario il giorno della sua morte per onorarlo. 

È pregato in tutti i villaggi della Provenza affinché faccia piovere, mentre si dice che l'acqua miracolosa della sorgente guarisce dalla febbre e da altri mali fisici e spirituali. Essendo morto giovane lo proclamano santo della gioventù.

Intanto dalla montagna rocciosa è spuntato il sole a ravvivare i colori autunnali della vallata.

Torno alla chiesa dell’eremitaggio di San Gens che è ormai aperta (un altro miracolo di San Gens, visto che non c’è anima viva?). Che bella chiesa! È stata edificata sui resti di una chiesa del XII secolo di cui si conserva la parte centrale. La parte centrale è del In fondo tantissime foto antiche e moderne dei pellegrinaggi.

Il reliquiario del santo e una cappella dove era stato sepolto. Accanto alla sua statua c’è naturalmente anche quella del lupo. Tutto attorno tante piccole lapidi di marmo con gli ex voto.

Termino con la bella preghiera a San Gens:

Glorioso popolo santo, che come Mosè hai fatto sgorgare l'acqua dalla roccia e che, con quest'acqua salutare, hai guarito un gran numero di malati e infermi, sii propizio a noi. Con la salute del corpo che ti chiediamo, donaci la purezza dell'anima, affinché, camminando sulle tue orme, nell'umiltà, nella penitenza, nella rinuncia al mondo e a noi stessi, possiamo meritare di condividere, alla fine di questa vita, le gioie ineffabili della beata eternità. Per Cristo nostro Signore. Amen.

E così ho un altro compagno di viaggio!





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