martedì 6 luglio 2021

L'amore al primo posto

 


Tra le molteplici consulenze che mi giungono da tante parti, in questi giorni me ne è arrivata una riguardante l’ordine dei voti religiosi che, in quel determinato Istituto da cui viene la domanda è cambiato lungo gli anni.

L’ordine dei voti ha una sua storia e una sua teologia. Tommaso spiega i voti come un progressivo distacco da tutto per essere completamente dediti e disponibili a Dio. Parte quindi dalla rinuncia alle cose più esteriori per giungere a quelle più interiori: la povertà distacca dai beni, la castità dal corpo, l’obbedienza dalla volontà.

Il Codice di Diritto Canonico metteva giustamente al primo posto l’obbedienza perché desiderava che il corpo legislativo fosse attuato e si obbedisse a esso. Esso rispecchiava anche la tradizione monastica benedettina per la quale la prima cosa era obbedire alla parola di Dio e a colui che la rappresentava, l’abate: “Ascolta, figlio!”.

Il Concilio Vaticano II ha cambiato l’ordine di Tommaso perché non vede i voti come un progressivo distacco e una progressiva rinuncia ma, in maniera positiva, come una espressione di amore e per questo mette al primo posto la castità.

Che Gesù fosse obbediente al Padre è ripetuto costantemente dai Vangeli. Meno sottolineata la povertà, anche se non aveva dove posare il capo. Che fosse celibe non è proprio facile da dimostrare. Che fosse tutto motivato dall’amore è invece evidentissimo: “Avendo amato i suoi li amò fino alla fine!”. Tutto il suo insegnamento si incentra sull’amore.

La teologia della consacrazione ha sempre messo in luce che i consigli evangelici sono a servizio dei precetti evangelici, ossia dell’amore di Dio e dei fratelli. Ma cosa vogliamo di più!

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