Con
l’elezione al soglio pontificio del cardinal Jorge Mario Bergoglio inizia a
soffiare una brezza primaverile nella Chiesa di Dio. Padre Bergoglio è un uomo
singolare, uomo semplice e mite, uomo dell’essenziale e uomo concreto e deciso,
uomo di fede profonda e uomo del Vangelo; è un uomo di Dio, che non custodisce
la dottrina in uno scrigno, ma la apre, la condivide e la incarna nella società
di oggi. È il mistico con gli occhi aperto, che nei suoi atteggiamenti, nei suoi
gesti e nelle sue parole fa trasparire una grande umanità. Non teme di puntare
il dito contro i mali di questo mondo chiamandoli “mondanità spirituale”, e lo
fa con molta naturalezza. Riesce a lasciare “la poltrona vuota”, quando la sua
presenza non è realmente richiesta; mentre invece si intrattiene a lungo con i
più bisognosi come malati, disabili e bambini ospiti di case famiglia, bambini
immigrati, accarezzandoli, abbracciandoli e facendo battute. Tutto ciò indica
che Francesco possiede un cuore ibero, un cuore riconciliato, un cuore carico
del tesoro della Parola di Dio. Il suo modo di agire è un forte richiamo alla
Chiesa di Cristo per cambiare atteggiamenti trionfalistici e porsi con
decisione al servizio e mettersi sulla strada di Gesù, che è la via dell’umiltà
e la via dell’amore.
Inizia così il secondo capitolo di una
tesi di dottorato su papa Francesco di cui sono Censore. La sto leggendo con
interesse e con gusto. Vi riconosco il papa che conosco e che mi piace.
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