sabato 3 febbraio 2024

Guai a me se non annuncio il Vangelo

“Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!”. Nella seconda lettura di questa domenica l’apostolo Paolo rivela il grande imperativo che lo ha incalzato per tutta la vita.

È come Gesù, che il Vangelo mostra costantemente in viaggio per città e villaggi ad annunciare il Regno di Dio (cf. Lc 8, 1-3). Non ha dove posare il capo (cf. Lc 9, 58), a volte non ha neppure tempo di mangiare (cf. Mc 6, 31). È come il pastore della parabola, che va in cerca della pecora smarrita. Rende visibile l’amore del Padre e lo concretizza nel proprio comportamento. In lui tutti possono incontrare il perdono di Dio, sperimentare l’amore personale del Padre. Ha una predilezione per i poveri, i bambini, le donne, mangia con i peccatori e perdona i loro peccati, guarisce gli ammalati, caccia i demoni, ridona vita ai morti… Passa facendo del bene a tutti (cf. At 10, 37-38).

Ma come “annunciare” il Vangelo?

Ecco il segreto di Paolo: “Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero”. È l'amore totale, disinteressato, che vuole davvero il bene dell'altro, capace di vero interesse, di creare amicizia; un amore impregnato di tenerezza, vicinanza, affetto vero...

Un amore disinteressato? No, un amore interessato! Un amore che vuole "conquistare" non per accrescere il proprio prestigio o chissà quale interesse personale. A Paolo interessa veramente l’altro, nella convinzione che soltanto se l’altro giunge ad amare con lo stesso amore con cui gli faccio capire che è amato da Dio - è questo l'annuncio della nuova novella che non possiamo tacere -, si realizza pienamente come persona: è questo quello che Paolo vuole, la felicità dell’altro.

Non importa se l’altro entra nella Chiesa, nel mio Movimento. Quello che importa è che l’altro impari ad amare, a donarsi a sua volta, perché solo così raggiunge la sua piena umanità, compie il disegno per cui è creato. 

E se l’altro non risponde?

Amo lo stesso, perché è dell’amore amare.

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